Pioggia di polemiche per la sentenza della Corte Europea di Strasburgo sui crocifissi in aula. A esprimere immediatamente e con forza il proprio dissenso è stata prima di tutto il ministro dell'Istruzione Gelmini. "La presenza del crocifisso in classe non significa adesione al Cattolicesimo ma è un simbolo della nostra tradizione. La storia d'Italia passa anche attraverso simboli, cancellando i quali si cancella una parte di noi stessi".
Gelmini. Nel nostro Paese, sottolinea il ministro Gelmini, "nessuno vuole imporre la religione cattolica, e tantomeno la si vuole imporre attraverso la presenza del crocifisso. È altrettanto vero che nessuno, nemmeno qualche corte europea ideologizzata, riuscirà a cancellare la nostra identità. La nostra Costituzione inoltre riconosce, giustamente, un valore particolare alla religione cattolica. Non vorrei che alcune norme a cui si rifanno i giudici della Corte di Strasburgo fossero in contrasto con il nostro dettato costituzionale. Non è eliminando le tradizioni dei singoli paesi che si costruisce un'Europa unita, bisogna anzi valorizzare la storia delle nazioni che la compongono. Per questi motivi, secondo me - conclude - il crocifisso rappresenta l'Italia e difenderne la presenza nelle scuole significa difendere la nostra tradizione".
Sacconi. Togliere il crocifisso dalle aule scolastiche significa "azzerare la nostra identità". Lo afferma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a margine della presentazione delle linee strategiche del Civ Inail. "Le motivazioni della sentenza - ha detto Sacconi - dovranno essere attentamente lette. Certo che questo è un duro colpo alla coabitazione europea. La coabitazione europea non può significare eliminare le radici dalle quali proveniamo. La croce non è un simbolo solo per i credenti, si iscrive nelle nostre radici, è un simbolo di sacrificio per la promozione umana riconosciuto anche dai non credenti". "La parete bianca significa cercare di azzerare la nostra identità, azzerare le nostre radici. E la nostra identità è ancor più importante nel momento in cui giustamente ci apriamo ogni giorno di più al confronto e al dialogo anche con culture diverse".
Bersani. "Io penso che su questioni delicate qualche volta il buon senso finisce di essere vittima del diritto. Io penso che antiche tradizioni come quella del crocifisso non possano essere offensive per nessuno". Lo ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani a Bruxelles per una serie di incontri istituzionale Ue.
Fini. "Ovviamente bisognerà attendere le motivazioni della sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, ma fin d'ora mi auguro non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni che è valore ben diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del Cristianesimo nella società e nella identità italiana". Lo dichiara il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in merito alla decisione della Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.
Buttiglione (Udc). "Sentenza aberrante e da respingere con fermezza. L'Italia ha una sua cultura, una sua tradizione e una sua storia". È il duro commento che viene da Rocco Buttiglione. "Chi viene fra noi deve comprendere ed accettare questa cultura e questa storia. La stessa cosa vale per le altre nazioni d'Europa. Dietro questo pronunciamento della Corte di Strasburgo c'è una visione contrattualistica della società che non ha storia, cultura e tradizioni; è semplicemente il risultato del convivere sul territorio di individui profondamente estranei l'uno all'altro. Non solo si viola il diritto della maggioranza ad esprimere la propria identità culturale, ma non si creano nemmeno le condizioni per una vera integrazione. Non si integra nel nulla ed in uno spazio vuoto di valori".
Binetti (Pd). "Mi auguro che in quella che è la tradizione culturale italiana, in quello che è il rispetto del sentire del popolo, sia possibile mantenere le proprie tradizioni, che sono tradizioni di fede e di cultura". Paola Binetti (Pd) commenta così la sentenza della Corte di Strasburgo. "La croce - osserva la parlamentare teodem - in Italia la si trova ovunque, persino in cima a Palazzo Montecitorio c'è una croce. Insomma, è una presenza costante nel vivere civile oltre che nel vivere religioso. Spero - dice Binetti - che la sentenza sia semplicemente orientativa, e che si collochi nel rispetto delle credenze religiose. In Italia il crocifisso è il segno specifico della nostra tradizione: l'importante è che non resti solo un segno ma anche un significato, di un amore che si spende fino a donare la vita agli altri"