Energia. Chiusura record del gas a 321 euro. Italia in preallerta, il piano del governo
Il prezzo del gas in folle aumento minaccia le famiglie, oltre alle imprese
Nel caso in cui dovesse verificarsi lo scenario peggiore e Mosca tagliasse ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, l’Italia ha già pronto un piano per parare i colpi di una crisi energetica senza precedenti. Non sarebbe una cura indolore, però, e all’utilizzo degli stoccaggi (arrivati ormai all’80 per cento), si aggiungerebbe il razionamento dei consumi.
La "buona" notizia è che non siamo ancora a quel punto: il Paese «rimane in preallerta», hanno fatto sapere ieri da Palazzo Chigi, e al momento «non c’è nessun motivo» per passare al livello successivo. D’altro canto il prezzo del gas continua a salire. Ieri ha sfondato i 300 euro a Mwh, per poi ridiscendere e attestarsi comunque su standard proibitivi (sotto i 290 euro), oggi (giovedì 25 agosto) ha toccato il nuovo record di 317 euro, scendendo poi nel corso della mattinata a 308,5. A fine giornata il prezzo del gas chiude per la prima volta sopra i 300 euro ad Amsterdam, mercato di riferimento per il metano in Europa. I future Ttf con scadenza a settembre hanno terminato le contrattazioni in rialzo del 10% al nuovo massimo storico di 321,4 euro al megawattora mentre si avvicinano i tre giorni di chiusura programmata del Nord Stream.
Per quanto riguarda l'Italia, in attesa di sapere se dovrà essere attuata, la strategia del governo dovrebbe essere annunciata la settimana prossima. «Il livello di riempimento degli stoccaggi ha ormai toccato l’80%, in linea con l’obiettivo di raggiungere il 90% entro ottobre – ha ricordato il premier nel corso del suo intervento al Meeting di Cl a Rimini – . Il governo ha predisposto i necessari piani di risparmio del gas, con intensità crescente a seconda della quantità di gas che potrebbe venire a mancare».
Fortunatamente, e a differenza di altri Paesi europei, «le forniture di gas russo in Italia sono sempre meno significative e una loro eventuale interruzione avrebbe un impatto minore di quanto avrebbe avuto in passato». Del resto, hanno confermato fonti vicine all’ex capo della Bce, il volume delle importazioni da Mosca «è stato sforbiciato al 18% del totale, mentre solo pochi mesi fa eravamo al 40%». E la situazione potrebbe anche migliorare, come ha chiarito ancora il presidente del Consiglio, «se sarà realizzata nei tempi previsti l’istallazione di due nuovi rigassificatori». A quel punto saremo «in grado di diventare completamente indipendenti a partire dall’autunno del 2024».
Da Palazzo Chigi, però, non si escludono interventi imminenti. Ieri è circolata la voce di un possibile cdm nella giornata di oggi (poi rientrata), dopo che martedì il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha confermato l’arrivo di alcuni provvedimenti frutto del lavoro di un «comitato d’emergenza» e altre «operazioni in corso» come il prestito al Gse «per accelerare l’acquisto sugli stoccaggi».
Se però dal Cremlino decideranno di chiudere definitivamente i rubinetti, ha poi specificato, sarà necessario «fare del risparmio». Il che potrebbe voler dire, ad esempio, chiudere i negozi un’ora prima. Oppure mantenere la temperatura negli uffici pubblici di inverno entro i 19 gradi (come sembra voler fare la Germania). Al momento non sarebbero previsti limiti alle utenze domestiche, ma ai cittadini saranno suggerite norme di comportamento per favorire l’abbassamento dei consumi con una campagna pubblicitaria ad hoc in arrivo a settembre.
Nel frattempo non resta che dare seguito al piano di risparmi energetici varato da Bruxelles, sapendo che l’Italia ha ottenuto una deroga rispetto alla richiesta di un taglio del 15% e si potrà fermare al 7%. La speranza del premier resta però che dal Consiglio europeo arrivi l’ok al tetto al prezzo del gas. Una battaglia iniziata a giugno e la Commissione, ha assicurato, «sta lavorando a una proposta» in questo senso.