Energia. Il prezzo del gas alle stelle, borse giù ed Euro ai minimi rispetto al dollaro
È "effetto Gazprom" sui mercati. L’annuncio di venerdì sera del colosso russo di una nuova sospensione per il gasdotto Nord Stream dal 31 agosto al 2 settembre si è fatto sentire nel giorno di riapertura delle contrattazioni non conseguenze pesanti non solo sul prezzo del metano, ma anche su Borse, spread e valute.
Partendo dal gas, sulla piazza di Amsterdam si registra un altro balzo del prezzo. I future Ttf, benchmark del prezzo del metano in Europa, hanno terminato le contrattazioni con un aumento del 13,17% a 276,75 euro. Nel corso di seduta, tuttavia, i future hanno segnato un massimo di 295 euro (+20,6%). L’altissima volatilità sui mercati si spiega anche con i timori crescenti che la mossa di Mosca – motivata ufficialmente con «opere di manutenzione necessarie» – rappresenti in realtà un altro passo in avanti verso la chiusura totale dei rubinetti del gas all’Europa.
Ricadute a cascata, non a caso, si verificano sui mercati azionari che vivono un lunedì nero. A pagare il prezzo più alto per via della forte esposizione della Germania alle importazioni di gas russo è la Borsa di Francoforte, il cui indice Dax ha perso il 2,32% a 13.230 punti.
A Parigi il Cac 40 ha ceduto l’1,8% a 6.378 punti mentre a Londra il Ftse 100 è riuscito a contenere i ribassi allo 0,22%, a 7.533 punti. Piazza Affari chiude la prima seduta della settimana con un -1,64% a 22.165 punti.
La crisi energetica che morde e lo spettro di un’Europa sempre più sull’orlo della recessione fanno scendere l’euro sotto la parità con il dollaro: la moneta unica perde l’1% sul biglietto verde attestandosi a 0,9938, dopo aver toccato 0,9933 dollari, ai minimi da 20 anni. Si tratta infatti di un livello che non si vedeva dall’anno dell’introduzione dell’euro. Non è immune da conseguenze negative anche lo spread. Il differenziale Btp-Bund continua ad allargarsi e si riporta sui massimi dalla fine dello scorso luglio, in rialzo di 5 punti base a 231 punti. Ancora più rapida l’ascesa del rendimento del decennale italiano, salito oggi di altri 12,6 punti base, al 3,61%, sui massimi dalla seconda metà di giugno.
L’andamento del prezzo del gas e lo scenario generale hanno innalzato il livello di attenzione dell’Italia, che nel frattempo prova ad aumentare le scorte in vista dell’arrivo dei mesi freddi nonostante sia economicamente un salasso. Secondo la piattaforma europea Gie-Agsi, le scorte di gas in Italia sfiorano un confortante 79%, ma uno stop delle forniture di gas russo in agosto esaurirebbe le riserve nei Paesi euro già a fine anno, innescando razionamenti e recessione. Lo prevede un’analisi di tre economisti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), dove si stima che senza interventi sui consumi, il Pil dell’Eurozona perderebbe l’1,7%, con un impatto del 2,5% per i due Paesi più esposti, cioè Italia e Germania.
La Bundesbank tedesca teme che nel prossimo autunno, con questo trend, il tasso di inflazione in Germania possa raggiungere «un ordine di grandezza del 10%». Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha fissato come obiettivo il risparmio tra il 15 e il 20% del consumo di gas per superare il prossimo inverno senza difficoltà. «Se ci riusciremo, abbiamo buone possibilità di superare l’inverno con le misure annunciate».
Ma il momento è chiaramente difficile: il prezzo dell’energia elettrica in Germania ha superato per la prima volta i 700 euro al Megawattora, 14 volte di più della media stagionale degli ultimi 5 anni, mentre in Italia il prezzo di acquisto dell’energia elettrica sfonda quota 500 euro con un rialzo del 9,7% rispetto alla settimana precedente.
Anche il governo italiano, seppur in carica solo per gli affari correnti, monitora la situazione e si prepara a intervenire in caso di necessità. Nelle prossime settimane non è da escludere che Palazzo Chigi possa varare un nuovo intervento a tutela di famiglie ed aziende. Lo lascia intendere intervenendo al Meeting di Rimini il sottosegretario dalla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, secondo cui l’Italia è perfettamente in linea con il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). «I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriore preoccupazione. Il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere».