Diritti dei bambini a rischio: in
circa un anno le segnalazioni al Garante per l'infanzia e l'adolescenza, per casi di violazione o di rischio di violazione
dei diritti dei minori, sono quadruplicate, passando dalle 45
del 2012 (da marzo a dicembre) alle 193 del 2013. Il dato è
stato presentato oggi alla Camera, durante la relazione annuale
al Parlamento da parte dell'Authority. La gran parte delle
segnalazioni proviene dai genitori (95) e riguarda criticità tra
privati e istituzioni - come comunità, tribunali, assistenti
sociali (64,3%) - o conflitti in famiglia, con figli contesi e
sottrazioni internazionali (36%). 42 le segnalazioni sui media,
a causa di una programmazione non adatta ai minori. Questi dati,
ha osservato il presidente della Camera, Laura Boldrini, sono
"la testimonianza di un disagio diffuso" a cui "è urgente
dare una risposta". Va affrontato con "strumenti adeguati e un
aggiornamento del diritto". Ma in generale occorre investire
sull'infanzia perché "è un investimento per il paese".
Un appello alla politica è arrivato anche dal garante
nazionale, Vincenzo Spadafora, perché "si faccia carico di
un'inversione culturale sui diritti di bambini e adolescenti,
perché parlare di infanzia vuol dire parlare di economia".
Questa mattina Spadafora ha scritto anche al Presidente del
Consiglio, Matteo Renzi, per chiedergli di istituire "un tavolo
di coordinamento sull'infanzia a Palazzo Chigi": "Il Def non
contiene grosse novità per i bambini. La stessa energia e
rapidità che il premier ha nell'azione di governo generale
dovrebbe usarla anche per le politiche per l'infanzia. Speriamo
di poterlo incontrare quanto prima".
Il garante ha quindi invitato le istituzioni a non
"sprecare" i fondi europei e a ricostituire l'Osservatorio per
l'infanzia e l'adolescenza, che "è a costo zero" ma "è
scaduto da 500 giorni e non è stato ancora rinnovato. Confido
nel Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano
Poletti".
Insomma, bisogna fare di più. E ne è convinta anche Boldrini:
occorre investire "sui nostri giovani per spezzare quel ciclo
dello svantaggio sociale che rischia di penalizzare le energie
indispensabili per il futuro del Paese". Ma non bastano gli
investimenti, "la prima esigenza - ha sottolineato - è
l'ascolto. Dobbiamo ascoltare di più i nostri figli, dobbiamo
parlarci di più e dedicare loro più tempo".