"L'attenzione all'aspetto sociale ha portato i vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle
trivelle,
ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la
fascia costiera di continuare la coltivazione di
petrolio e
metano fino all'esaurimento del giacimento, anche oltre la
scadenza delle concessioni, concordando circa l'importanza che
essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione
appropriata alla luce
dell'Enciclica Laudato sì di Papa
Francesco". È quanto affermano i vescovi italiani nel
comunicato del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Genova
da lunedì a mercoledì scorsi e presentato in una conferenza
stampa dal Segretario generale della Cei, monsignor
Nunzio
Galantino.
"Non c'è un sì o un no da parte dei vescovi al
referendum", ha spiegato Galantino, sottolineando però che "il tema è interessante e che occorre
porvi molta attenzione".
"Gli slogan non funzionano - ha
aggiunto il segretario geneale della
Cei -. Bisogna piuttosto
coinvolgere la gente a interessarsi alla questione". "Il punto,
quindi - ha aggiunto -, non è dichiararsi pro o contro alle
trivelle, ma l'invito a creare spazi di incontro, di confronto".
"Io ho voluto alzare il tiro - ha ulteriormente spiegato Galantino -.
Il problema va affrontato alla luce non solo di quello che dice
il
Papa ma anche di quello che è stato lungamente discusso dalla
Chiesa. Quindi parlarne, non fermarsi al sì o al no, perché
manca un sufficiente
coinvolgimento delle persone".
"E non si
tratta - ha concluso - del solo problema delle
trivelle, domani
ci sarà quello del nucleare, poi altri ancora. Manca piuttosto
l'approccio culturale, il ragionare sulle cose".
Nel corso della conferenza stampa monsignor
Galantino ha inoltre spiegato che nel corso del Consiglio permanente è stato raccolto l’appello "al governo" affinché "nell’agenda politica si prendano in considerazione tutti gli strumenti necessari per permettere alla
famiglia fatta di padre, madre e figli di rispondere al compito che sta svolgendo di ammortizzatore sociale,
primo ospedale da campo, come dice il Papa".
Riguardo poi alla questione dell’amministrazione dei
beni della Chiesa il Segretario generale ha espresso l’intenzione della Cei di "rafforzare e chiarire i criteri di
trasparenza già adottati". "Tutti i
bilanci della Cei sono pubblici – ha ricordato il presule - e vengono per statuto pubblicati ogni anno sui
bollettini diocesani e sui media locali".
D’ora in poi, ed è questa la "novità" annunciata, "non solo verranno pubblicati nei bollettini diocesani, ma anche sul
sito centrale della Cei". Galantino ha inoltre osservato come "nessuna diocesi abbia dichiarato default o portato i libri in tribunale", anche se alcune di esse "fanno più fatica e diocesi che fanno meno fatica ad andare avanti". Ed ha sottolineato come grazie all’
otto per mille, "oggi sono attivi in Italia
909 cantieri, per l’importo complessivo di oltre
279 milioni di euro".
Sull’altro temo affrontato dal Consiglio permanente, quello dei
migranti, il segretario generale della Cei ha ricordato che in Italia sono oltre
45mila, cioè quasi la metà di quelli accolti in tutto il Paese, i profughi attualmente ospitati nelle
parrocchie e nelle "
strutture afferenti alla Chiesa". Dei 45mila, ha specificato, sono 20mila – un quinto del totale – quelli attualmente accolti in
strutture propriamente ecclesiali.
Nel Consiglio permanente è stato poi affrontato il tema del "rinnovamento", della "riforma" del clero che sarà affrontato anche nella prossima Assemblea generale di maggio, che anche quest’anno verrà aperta da
Papa Francesco. "La stragrande maggioranza dei sacerdoti sta al chiodo, lavora, si impegna nei luoghi dove lo Stato in genere non c’è", ha assicurato monsignor Galantino, spiegando come non si possa "prendere atto di alcuni cambiamenti epocali e di alcune necessità diventate impellenti". E non è mancata la sottolineatura di come sia necessario "intervenire in maniera ancora più chiara anche sulla
selezione dei candidati al sacerdozio".
Riguardo infine alla questione del possibile
accorpamento delle
diocesi italiane, Galantino ha reso noto che
Papa Francesco "ha detto di non procedere da Roma, ma ha chiesto alle
Conferenze episcopali regionali di decidere l’opportunità o meno dell’accorpamento". A breve, ha aggiunto, "dovrebbero arrivare i verbali delle Conferenze episcopali regionali con le proposte condivise con i vescovi e la popolazione locale".