Prima le polemiche per una frase sui giovani, poi le pesanti contestazioni a un convegno nel torinese, che le hanno impedito di parlare. Giornata amara, ieri, per il ministro del Lavoro Elsa Fornero, che si è detta «avvilita» ma «non intimorita».Intervenendo a un incontro organizzato da Assolombarda a Milano, infatti, la responsabile del Welfare si è attirata commenti al vetriolo e vere e proprie ribellioni generazionali per aver detto che «i giovani non devono mai essere troppo
choosy (in inglese: esigenti, schizzinosi). Meglio prendere la prima offerta e poi vedere di muoversi da dentro (il mercato del lavoro), senza aspettare il posto ideale». Di per sè un consiglio di quelli che chiunque, dotato di buon senso, darebbe a un giovane inoccupato. In tempi come questi, però, nei quali in particolare i giovani faticano moltissimo a trovare "una qualsiasi" occasione di impiego, le parole del ministro sono suonate come una provocazione alle orecchie di molti. E così sono fioccate le reazioni. Pesantemente critiche quelle della sinistra con Nichi Vendola, l’Idv, Rifondazione comunista e la Lega Nord, tutti a chiedere le dimissioni della Fornero. Ironiche, ma non meno irate, le repliche delle organizzazioni come i "Giovani non più disposti a tutto" della Cgil o degli utenti che affollano i
social network. Su Twitter, ad esempio, due dei messaggi più rilanciati ieri erano «Fornero: giovani in cerca di lavoro troppo schizzinosi. Alcuni, poi, pretendono d’essere pagati»; oppure la parafrasi della famosa massima di Steve Jobs: «Stay hungry, stay foolish, stay choosy». A nulla è valsa la precisazione della stessa Elsa Fornero alla fine del convegno a Milano («I giovani italiani oggi sono disposti a prendere qualunque lavoro, tanto è vero che sono in condizioni di precarietà»), perché ormai la reazione a catena si era innestata. Dai «bamboccioni» di Padoa Schioppa agli «schizzinosi» della Fornero, infatti, la trappola della generalizzazione è scattata allo stesso modo. Il peggio per la responsabile del Welfare, però, doveva ancora arrivare. Invitata in serata a discutere di pensioni in un centro per anziani di Nichelino, alle porte di Torino, il ministro non ha potuto parlare per le forti contestazioni di esponenti di Rifondazione comunista e dei Cobas. Ha deciso allora di abbandonare la sala e incontrare privatamente le delegazioni di dipendenti di alcune fabbriche in crisi. «Sono avvilita, avete impedito il dialogo democratico – ha detto il ministro –. Posso sopportare molte cose, ma non la prepotenza. Io, però, non mi lascio intimorire».E infatti Elsa Fornero non sembra affatto intenzionata a fare un passo indietro, anzi. Sollecitata sulla manifestazione nazionale annunciata dalla Cgil per il 14 novembre, ha risposto che «se mi invitano in piazza, vado anche in piazza». «Sono convinta – ha infatti spiegato – che la collaborazione ci debba essere sempre, anche con i sindacati e con chi protesta». Difficile, però, che da Susanna Camusso arrivi un invito per il corteo...