I funerali. L'addio a Valeria, il padre "contro i fanatismi"
Il funerale civile di Valeria Solesin si è svolto questa mattina, in una piazza San Marco invasa dall'acqua, con le note dell'inno di Mameli e della Marsigliese. Accanto al feretro, arrivato a bordo di una gondola e poi portato a spalla davanti alla Basilica, i genitori, il fratello Dario, il fidanzato scampato alla strage del teatro Bataclan a Parigi. In prima fila il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si è poi intrattenuto con i familiari della ragazza. Presenti il patriarca di Venezia Moraglia, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e al ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Toccanti le parole pronunciate dal padre di Valeria, Alberto Solesin, con vicina la moglie Luciana; l'uomo ha ringraziato i rappresentanti delle "religioni cristiana, ebraica, musulmana in presenza congiunta in questa piazza simbolo del cammino comune degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione". "Se è lontanamente vero quello che è stato detto in questi giorni che la nostra compostezza è stata un esempio per il Paese, ciò era un atto dovuto", ha aggiunto Alberto Solesin. "Valeria, Venezia non ti dimenticherà mai", ha detto dal canto suo ilsindaco Brugnaro. "Valeria era una bella persona, studiosa, impegnata e generosa, vittima di barbara follia. Valeria era una delle tante giovani italiane andati all'estero per lavorare, anche perchè a Venezia oggi non siamo più in grado di fornire una importante opportunità di lavoro. Era una volontaria che offriva il suo tempo per aiutare gli altri". Successivamente hanno preso la parola diversi amici della ragazza: "Valeria, sognatrice con i piedi per terra, forte ma anche sensibile checredeva ciecamente nell'amicizia e nella convivenza pacifica. Lei - ha affermato una amica - l'amica di sempre, capace di regalare consigli. Lei era semplicemente meravigliosa, con i suoi pregi e difetti". Il ministro Pinotti ha letto un messaggio inviato dal presidente francese Hollande: "A nome della Francia voglio solennemente dire che non dimenticheremo Valeria, venuta da noi a studiare per amore della vita e della cultura e che ha trovato la morte sotto il fuoco dei terroristi".
Il patriarca Moraglia ha ricordato come il dramma di Valeria ricorda prepotentemente che la vita dell'uomo è fragile, precaria, incerta. Ha ringraziato la famiglia per la loro dignità, e poi ha chiesto "agli uomini e alle donne del terrore" di chiedere perdono. "Mai vi concederemo la vittoria dell'odio. Non riuscirete a portarci a odiare, sarebbe la vostra vittoria, sarebbe la nostra sconfitta"."La nostra comunità vuole dirti che non in nome del nostro Dio, non in nome della nostra religione, che è una religione di pace, e certamente non nel nostro nome, ti hanno assassinato come le altre vittime a Parigi e nel mondo". Lo hanno sottolineato ripetutamente i rappresentanti della comunità islamica.