Attualità

Funerali a Riccione. «Grazie non vi dimenticheremo», il saluto ai "ragazzi del pulmino"

Paolo Guiducci, Riccione giovedì 13 ottobre 2022

In ginocchio davanti alle bare, ieri a Riccione, durante i funerali delle sette vittime dell'incidente stradale in Veneto

Lo stadio di Riccione è gremito per l’ultimo saluto alle sette vittime del tragico incidente sulla A4. «Questi indimenticabili “fratellini e sorelline” non sono né dispersi né si sono resi latitanti, perché Gesù è risorto e li ha messi in grado di vederci e di ascoltarci», sono parole di monsignor Francesco Lambiasi che presiede la celebrazione, insieme ad altri 40 sacerdoti. Lo striscione “Nessuno muore finché vive nei cuori di chi resta” sembra rinforzare il messaggio lanciato dal vescovo.

Le bare di Francesca, Maria, Rossella, Valentina e Alfredo, i “ragazzi del pumino”, sono ai piedi del palco: le loro storie, assieme a quelle di altri amici con sindrome di Down impegnati nel “Centro 21” della Perla Verde dell’Adriatico, si sono improvvisamente schiantate sull’asfalto. Con loro hanno perso la vita nel fatale impatto del pulmino che li doveva condurre ad una giornata di gioia e spensieratezza, anche l’ex sindaco della città, Massimo Pironi, molto impegnato nel volontariato, e Romina Bassini, educatrice di 36 anni.I ragazzi del “Centro 21” hanno portato un fiore davanti alle bare per gli amici che hanno perso la vita venerdì scorso a San Donà di Piave. Diversi i cori ella città di Riccione presenti per accompagnare la preghiera con il canto. Fiori e palloncini abbelliscono il rettangolo verde baciato dal sole.Il Vangelo racconta dei discepoli di Emmaus. «Siamo tutti miseri mendicanti, bramosi di luce, bisognosi di amore» ha detto il vescovo nell’Omelia.

Ma «Colui che non ha voluto scendere dalla croce, è risorto e vivo e ci ha promesso di essere con noi tutti i giorni» ed «è stato con noi e con i nostri amici anche il sette ottobre. Non per sbriciolare il muro della morte, ma per farne un ponte di comunione con il Padre dei cieli e con tutti noi».Il vescovo ha poi condiviso una lunga, appassionata “litania di grazie”.

A partire dai «nostri indimenticabili ‘fratellini e sorelline’, come li avrebbe chiamati don Oreste Benzi». Grazie a Massimo, che ha «mostrato con fatti di vita che si è veramente politici se ci si spende senza se e senza ma, per il bene di chi ne ha più bisogno» Grazie all’educatrice Romina, «generosa e gentile».

Lambiasi si è poi rivolto ai genitori dei ragazzi. Ha espresso gratitudine «per aver dato una mano decisiva a Dio, perché i vostri figli potessero venire alla luce, nella certezza incrollabile che la vita è un bene infinitamente più grande della non vita». Nell’omelia è stato rimarcato il valore della vita e del concepimento, «nella lucida consapevolezza che far nascere questi ragazzi è stato un miracolo che Lui, il Creatore, da solo non poteva e non può mai, né mai vuole realizzare senza dei veri ‘pro-creatori’ di buona volontà, come voi».Familiari e amici delle vittime hanno atteso la fine della celebrazione per esprimere alcuni toccanti messaggi. Uno dei familiari ha chiesto al Signore di «dare carta bianca ai nostri amici in paradiso perché la loro fantasia ci aiuti ancora nel cammino che abbiamo da fare».

La presidente dell’associazione “Centro 21” e madre di una delle vittime, Cristina Codicè, ha ringraziato tutti quelli che tra il Veneto e Riccione hanno dato sostegno in queste giornate di dolore. Anche il prefetto Giuseppe Forlenza ha voluto far giungere un messaggio, la sindaca Daniela Angelini si è commossa: «Maria, Alfredo, Francesca, Rossella, Valentina, Romina e Massimo ci hanno insegnato, ce lo stanno insegnando ora e ce lo insegneranno in futuro, a essere migliori. La nostra città vi deve tantissimo».

Nei prossimi giorni saranno piantati in ricordo sette alberi nel parco di via Limentani. I palloncini rossi in volo verso il cielo e il suono delle sirene spiegate dalle otto ambulanze delle Croce Rossa presenti sono stati l’ultimo atto delle esequie mentre lo sguardo dei partecipanti fissava ancora la scritta sul palco: “Nessuno muore finché vive nei cuori di chi resta”.

La tragedia in autostrada​

Sono passate da poco le 16, venerdì 7 ottobre, quando un pulmino si schianta conto un tir nel tratto a tre corsie dell’autostrada A4 Venezia-Trieste. A bordo viaggia una comitiva di disabili, con due accompagnatori: sono l’ex sindaco di Riccione, alla guida, e una giovane educatrice. Muoiono in sei sul colpo, mentre la ragazza viene ricoverata in ospedale in condizioni disperate. Non ce la farà nemmeno lei.