Attualità

ITALIA IN LUTTO. L'ultimo saluto di Thiene all'alpino ucciso in Afghanistan

martedì 4 gennaio 2011
Thiene ha trascorso una notte insonne per preparare l'ultimo saluto al suo Matteo. Migliaia di persone sino a dopo l'una e decine fino all'alba hanno sfilato attorno al feretro di Matteo Miotto, l'alpino di 24 anni ucciso in Afghanistan, nella sala del Consiglio Comunale. La bara, avvolta nel Tricolore, era circondata dalle corone della presidenza della Repubblica e delle amministrazioni di Thiene e Zané, luoghi di nascita e residenza del militare caduto. «Ho provato a riposare, ma non ce l'ho fatta - ha detto il sindaco Maria Rita Busetti - e devo ringraziare tutto il personale del Comune che ha passato la notte insieme a me». Il sindaco ha quindi sottolineato che per espressa volontà della famiglia Miotto, la cerimonia dell'addio a Matteo terminerà alla fine della funzione religiosa in duomo. La successiva orazione al cimitero si svolgerà in forma strettamente privata: è comunque prevista al momento della tumulazione la presenza del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Le riprese televisive sono state ammesse all'interno della chiesa, ma non al cimitero. L'organizzazione logistica è affidata a un centinaio di uomini della Protezione civile in provincia di Vicenza e circa 40 agenti della Polizia locale.La salma di Matteo Miotto ha lasciato poco dopo le 10 la camera ardente allestita da ieri nella sala consiliare del Comune di Thiene. Il feretro si è avviato verso il duomo della cittadina vicentina dove le esequie sono state celebrate da monsignor Livio Destro, vicario del vescovo di Padova, poiché Thiene ricade nella diocesi della città del Santo. Ad accompagnare il corteo funebre migliaia di cittadini e di alpini oltre alle autorità locali. Sono presenti anche il ministro Umberto Bossi, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, parlamentari di ogni espressione politica. «Gli operatori del commercio e dei pubblici esercizi di Thiene partecipano al lutto per la scomparsa del caporal maggiore Matteo Miotto» si legge nei cartelli listati a lutto dei negozi del centro di Thiene, dove è stato proclamato il lutto cittadino.«UN GENEROSO CUORE DI ALPINO»«Arrivato in Afghanistan aveva meravigliato tutti citando don Gnocchi e dicendo "ora dobbiamo stare in prima linea"». È il ricordo del caporalmaggiore Matteo Miotto, ucciso il 31 dicembre in Afghanistan, così come lo ha voluto sottolineare monsignor Livio Destro, vicario del vescovo di Padova, aprendo l'omelia dei funerali del giovane alpino celebrati nel duomo di Thiene. «Con il suo ottimismo - ha proseguito monsignor Destro - Matteo aveva contagiato i suoi compagni in quella terra ferita. Era il suo stile di vita da "generoso cuore di alpino" che aveva ereditato dal nonno e mantenuto nelle sue frequentazioni nella parrocchia dell'Olmo di Thiene». Il celebrante ha definito «timido, discreto, ma pronto ad agire» il caporalmaggiore: «Forse per questa sua disponibilità era così amato e stimato». Richiamando le parole del Vangelo di Matteo che ricordava come nostro Signore affamato, incarcerato, nudo, aveva trovato cibo, libertà e vestiti dal suo prossimo, monsignor Destro ha sottolineato che questi sentimenti «erano propri di Matteo che scrivendo ai suoi concittadini rilevava le differenze con gli afghani sempre però con molto rispetto». Il vicario vescovile ha quindi ricordato che in una tasca della mimetica che l'alpino vicentino indossava quando è stato colpito dal cecchino è stato trovato un piccolo presepio di legno intagliato in un ramo. «Una piccola opera d'arte - ha detto il sacerdote - che Matteo custodiva gelosamente e chissà quante volte avrà guardato il volto del Bambin Gesù nei giorni di Natale dopo aver accarezzato il visi dei bambini afghani». Prima di iniziare la cerimonia liturgica lo stesso monsignore aveva sottolineato come la partecipazione di migliaia di persone ai funerali rappresentasse «un abbraccio della città, della regione, di questa terra a Matteo per dirgli che siamo responsabili e che rispondiamo al Dio dell'amore». «L'eclisse è appena finita - aveva osservato il sacerdote - e dopo l'eclisse del dolore e della sua sofferenza il ricordo di Matteo ci dia la forza di reagire».GENITORI MIOTTO, EROE VERO ED ESEMPIO PER GIOVANICon un breve messaggio del vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, una lettera della famiglia letta da un padre cappuccino e una canzone di Franco Battiato cantata da Nicola Varo, cugino di Matteo, si sono conclusi nel duomo di Thiene i funerali del caporal maggiore. Particolarmente toccanti le parole dei familiari della giovane vittima che lo hanno voluto ricordare «come un alpino vero». «Tu sei l'eccezione - hanno sottolineato - non la normalità, tu sei l'eroe vero non un eroe falso come quelli mercificati. Sarai un esempio per i giovani di oggi». Il feretro è stato accompagnato al cimitero di Thiene e prima della tumulazione ha fatto una breve sosta nel santuario della Madonna dell'Olmo frequentato dal giovane alpino. Un applauso ha salutato l'uscita della bara dalla chiesa così come un applauso aveva accolto le spoglie dell'alpino all'arrivo nel tempio cristiano. Monsignor Livio Destro, che ha celebrato la funzione religiosa, ha invitato la grande folla a non seguire al cimitero l'ultimo viaggio di Matteo Miotto, un ultimo atto che la famiglia vuole vivere in forma privata».LA CERIMONIA A SANTA MARIA DEGLI ANGELI«Il mondo intero ha bisogno di persone come voi, che ogni giorno donano qualcosa di eterno. E il nostro Paese, cari militari, vi ringrazia uno per uno». Così monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario miliare, si è rivolto durante l'omelia ai tantissimi alpini arrivati nella basilica di S. Maria degli Angeli, a Roma, per le celebrazioni dei funerali solenni del caporal maggiore Matteo Miotto, ucciso in Afghanistan.Presenti anche il presidente del Consiglio, Berlusconi, il ministro della Difesa La Russa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e altre cariche dello Stato. Il presidente Napolitano non hapotuto partecipare perché indisposto. «Matteo ha sempre creduto nella giustizia - ha ricordato l'arcivescovo -  nella verità e nella forza interiore della compassione, nella fiducia e nell'amore, fino a dare la vita. Anche noi non possiamo rassegnarci alla forza negativa dell'egoismo e della violenza; non dobbiamo abituarci ai conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli». «Di fronte alle minacciose tensioni del momento - ha aggiunto Pelvi - specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, Matteo invita a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione. Come poter credere ad un domani di pace se non fossimo in quelle terre adichiarare che l'amore è l'unica via che pone fine alla vendetta e alle uccisioni».Oggi, al termine della cerimonia funebre, la salma del giovane sarà trasferita a Thiene, città di origine del militare, dove sarà allestita la camera ardente e sarà celebrato un rito funebre privato. Matteo Miotto aveva espressamente chiesto prima di partire per l'Afghanistan di essere eventualmente sepolto con i caduti di guerra,nell'area loro riservata nel cimitero di Thiene.