Attualità

DOPO L'ALLUVIONE. Messina, funerali vittime L'arcivescovo: dateci sicurezza

sabato 10 ottobre 2009
"Si è voluto, come avviene sovente in circostanze simili, polemizzare, giudicare e condannare con sufficienza e presunzione. Ciò che tuttavia non riusciamo a tollerare è il reiterato tentativo di strumentalizzare per l'ennesima volta il dramma di questa nostra terra e di questa nostra amata gente". Questo uno dei passaggi più toccanti dell'omelia di mons. Calogero la Piana, arcivescovo di Messina, durante l'omelia dei funerali delle vittime dell'alluvione.La Piana, nel ricordare il lavoro dei volontari e la compostezza delle famiglie delle vittime e degli sfollati, sottolinea che "la parola più bella che abbiamo ascoltato è quella pronunciata attraverso gesti concreti ed eroici, parola gridata silenziosamente da numerose forze umane dal loro faticoso e massacrante lavoro, dalla loro grande generosità e dal loro coraggioso e ammirevole impegno".L'arcivescovo ha puntato anche il dito contro gli amministratori e gli imprenditori senza scrupoli ricordando che "quello messinese è un territorio bello, ma troppo spesso sfregiato, violentato dal peccato dell'uomo, da interessi privati ed egoistici, noncuranza, logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado". Monsignor La Piana, concludendo, ha chiesto cosa bisogna attendere dalle istituzioni e dalla collettività affinchè si ponga rimedio a ciò che è avvenuto affermando: "Il vostro silenzio, mie cari fratelli defunti è il grido più eloquente di ciò che tutti noi oggi osiamo sperare, chiedere e gridare ai responsbaili della cosa pubblica: restituiteci la serenità, dateci la garanzia di un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte o di parole vuote e di circostanza, perchè simili targedie non abbiamo più ad accadere".L'intervento di un anziano. "Forza Silvio, rimetti a posto l'Italia sei l'unico che può farlo". Sono le parole urlate da un uomo non meglio identificato all'interno del Duomo di Messina durante i funerali solenni per le vittime dell'alluvione. Un incitamento evidentemente rivolto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, presente insieme ad altri esponenti del mondo politico e istituzionale. L'anziano è stato prima invitato a fare silenzio e gli è stato poi chiesto di uscire dalla chiesa.Messina si è fermata. Nel giorno del lutto nazionale e dei funerali delle vittime dell'alluvione, Messina si ferma. Bandiere a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici, le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse, le saracinesche dei negozi abbassate. Tutta la città si è riversata in cattedrale e in piazza Duomo piene all'inverosimile.Già un'ora prima dei funerali la cattedrale era stracolma e fuori si è radunata una grande folla di cittadini. Due ali di vigili del fuoco sono sistemate lungo la navata. Loro come gli uomini della protezione civile, della croce rossa, delle forze dell'ordine e i volontari, protagonisti nelle fasi di soccorso e di ricerca dei dispersi, hanno voluto esserci, insieme a tanti cittadini e ai parenti posti davanti alle bare avvolte dal Tricolore. Poggiate al portale della chiesa molte corone di fiori. Anche in Piazza Duomo sono migliaia le persone che intendono stringersi attorno ai morti della tragedia e ai loro parenti. Numerosi i giovani presenti, così come le famiglie con al seguito bimbi; ci sono anche delle scolaresche guidate dai maestri: le scuole oggi sono chiuse, ma non è un giorno di vacanza. Non tutti possono entrare, ma un maxischermo, piazzato davanti al campanile, consentirà di partecipare alla cerimonia. Gli scout distribuiscono bottigliette d'acqua, mentre tra i presenti un gruppo di calabresi con lo striscione "Reggio piange i fratelli".