Latina. Funerali di Alessia e Martina, il parroco: la famiglia ha perdonato
«Preghiamo anche per il padre». Dopo avere ricordato a lungo Alessia e Martina, uccise dal padre, Luigi Capasso, il parroco don Livio Fabiano della chiesa di San Valentino a Collina dei Pini, a Cisterna di Latina, ha voluto nella sua omelia durante i funerali delle due bambine ricordare anche il padre assassino e suicida. Qualcuno dai banchi della chiesa ha contestato le parole del parroco e lui ha aggiunto, dopo un attimo di silenzio e commozione, «scusate ma la famiglia ha perdonato».
SI', IL PERDONO È PAROLA CHE BRUCIA di Giuseppe Anzani
"La chiesa pratica il perdono. La famiglia di Antonietta ha perdonato. Le due famiglie si sono incontrate prima del funerale, sono state insieme in chiesa e dopo al cimitero. Sono in pace", ha aggiunto il parroco.
L'omelia del parroco: «Le conoscevo bene»
«Due bambine da me conosciute e amate, Alessia il prossimo 6 maggio avrebbe dovuto fare la cresima e Martina a settembre avrebbe dovuto iniziare il catechismo. Ora tutto è finito ma è davvero così? Sono circa cinquanta anni che sono sacerdote ed ho celebrato tanti funerali di persone morte per qualsiasi causa, qualcuno potrebbe pensare che ormai sono abituato ai funerali e alla morte ma no, non sono abituato. Quando vedo una bara bianca un senso di ribellione mi assale e tanti perché affollano la mia
testa è so che questo succede anche a voi. Sappiamo che umanamente non esistono risposte, parliamo di tante ragioni ma restiamo sempre insoddisfatti. La risposta c'è e la troviamo in questo luogo, la chiesa». Così ha proseguito don Livio. «Avremmo potuto celebrare le esequie altrove in uno spazio più capiente - ha aggiunto il sacerdote - ma abbiamo scelto di farlo in
chiesa perché questo è un luogo familiare per Alessia e Martina, qui hanno pregato insieme a noi e cominciato a muovere i primi passi sulla strada della fede è perciò in questo luogo che possiamo trovare la risposta che cerchiamo ed è la fede. Da questo evento dobbiamo ricevere un significato di vita per dare un significato a ciò che stiamo vivendo in questo momento».
La madre lo ha saputo in ospedale
Antonietta Gargiulo, la madre, ha saputo ieri mattina della sorte delle sue bambine. La donna, operaia di 39 anni, si è risvegliata dalla sedazione dopo aver subito numerosi interventi chirurgici al San Camillo di Roma. Antonietta, stando a quanto si apprende, non ricordava nulla. Né di essere stata ferita del marito, né dell'uccisione delle piccole. La donna, intubata, respira autonomamente ma non è ancora in grado di parlare. La supporta un gruppo di psicologi che ha iniziato un percorso. Le sue condizioni di salute non le permettono di partecipare ai funerali. Due psicologi, insieme ai familiari, hanno avviato con lei una conversazione relativa al suo stato di salute, dicendole che stava meglio. Gli esperti si sono mossi con estrema cautela e piano piano l'hanno guidata fino alla scoperta della terribile verità. La donna ha ferite all'addome, alla guancia e alla zona cervicale. A quanto si apprende le sue condizioni sono in miglioramento, ma la prognosi non è sciolta.