Il funerale. In tanti per salutare Dino Impagliazzo, lo «chef dei poveri»
Un momento della cerimonia funebre per Dino Impagliazzo, noto anche come "lo chef dei poveri". Sfamava oltre 300 persone ogni giorno tra le stazioni ferroviarie della Capitale assieme ai volontari che lo seguivano da anni
Hanno voluto salutarlo in tanti, stamane, nella basilica di Santa Maria in Trastevere. I poveri romani e gli amici del Movimento dei Focolari e della Comunità di sant’Egidio. Autorità, vescovi, cardinali, il rabbino capo della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni. Al funerale di Dino Impagliazzo, “lo chef dei poveri”, fondatore della associazione ‘RomaAmor’, morto domenica a 91 anni dopo avere dedicato la sua vita a sfamare i clochard delle stazioni capitoline.
E al figlio Marco Impagliazzo, che presiede la Comunità di sant’Egidio, papa Francesco ha voluto indirizzare una lettera personale: "La morte di un genitore – si legge -, anche se rientra nel mistero di Dio, è sempre motivo di dolore. Rendiamo grazie al Signore per i benefici che ha concesso a Suo Padre nel corso della sua vita terrena. Egli le ha insegnato a camminare sulla via del Vangelo; il suo amore per i poveri (era definito ‘lo chef dei poveri’), la sua operosità quotidiana e la sua generosità costituiscono una incoraggiante testimonianza ed un sicuro insegnamento di vita".
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, conferisce "motu proprio" l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Dino Impagliazzo, il 17 febbraio 2020. - Ansa
La celebrazione di stamane è stata presieduta dal cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, da monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di riferimento per la Comunità di Sant'Egidio e ha concelebrato monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II.
"Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, ripetiamo oggi queste parole del Libro della Sapienza pensando a Dino come un uomo giusto – ha detto nell'omelia monsignor Spreafico -, non perché si sentiva tale, ma perché ha vissuto da giusto". E ancora: "Dino si è lasciato guidare nella sua vita dal Signore con una fede operosa, che non smetteva di porsi domande davanti alle persone che incontrava, specie se bisognose, qui a Roma e anche con varie missioni in Europa orientale, in Siria e in Mozambico”. E quella domanda, “quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? È risuonata nel cuore di Dino, cui ha risposto con i fatti, le sue mani e il cuore".
Dino Impagliazzo al lavoro per i poveri - Ansa