Attualità

ROMA. L'ultimo addio al caporale caduto «Per lui gli afghani erano fratelli»

martedì 5 luglio 2011
"Ogni giorno siamo alle prese con il male e la mediocrità dell'esistenza. Ecco perchè, dove arriva Gesù, i demoni escono fuori e si benedice. E noi non possiamo che dire bene di Gaetano, uomo ricco di quella pace che illumina gli occhi e rapisce il cuore". Con queste toccanti parole l'ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi, ha ricordato il caporal maggiore capo Gaetano Tuccillo, caduto in Afghanistan. "Gaetano era convinto che l'uomo afghano esiste non come uno tra i tanti ma in quanto uomo unico,eppure, in tutto simile a noi. Gaetano ci ha insegnato che è possibile accogliere il fratello con un dono, non come un rivale o un nemico" ha aggiunto monsignor Pelvi.Nella basilica romana di Santa Maria degli Angeli, a dargli l'ultimo addio, c'erano parenti, amici e autorità, tra cui Napolitano e Berlusconi. Al termine della funzione la bara  è stata portata a spalla dai commilitoni. Sul sagrato, al soldato caduto sono stati resi gli onori da parte di un picchetto militare. La bara, preceduta dalla corona d'alloro del presidente della Repubblica e dal cuscino con sopra il cappello e le decorazioni del soldato, è stata quindi messa a bordo del carro funebre: quando è partito - alla volta della Campania, dove si svolgeranno i funerali in forma privata - il feretro è stato salutato da un applauso della piazza. Prima di essere messa a bordo del carro funebre, la bara ha ricevuto la benedizione dell'arcivescovo militare, Vincenzo Pelvi. I familiari del soldato ucciso si sono inchinati per baciarla.Al termine, il papà, la mamma e la moglie di Tuccillo sono stati salutati ancora una volta con un bacio dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.