Salerno. L'addio alle 26 ragazze naufraghe: «Cercavano la libertà, sono nostre sorelle»
L'ultimo addio alle 26 giovani migranti morte in mare (Ansa)
Una rosa bianca su ogni bara. Oppure due, una rosa e una azzurra, sui feretri delle ragazze incinte. Nella piazza degli Uomini Illustri del cimitero di Salerno a Brignano, l'ultimo saluto alle 26 giovanissime migranti (tra i 14 e i 20 anni) nigeriane è stato una cerimonia sobria e commossa. Il Mediterraneo non le ha risparmiate durante il naufragio di un gommone lo scorso 3 novembre a largo delle coste libiche; a Salerno erano arrivate a bordo della nave militare spagnola Cantabria.
"Sbarco Salerno del 5.11.2017" inciso su 24 bare. Tutte senza un nome, tranne due: Shaka Marian e Osaro Osato sono le uniche riconosciute prima che le targhette funebri fossero stampate. Osato era incinta da appena due mesi, ma ancora troppo presto per conoscere il sesso del suo bimbo; Marian da cinque mesi aspettava un maschietto. Il marito di Marian, nata il 7 febbraio 1997, non ha voluto parlare.
Ieri, è stata data una identità ad altre tre. Ne restano, per ora, 21 sconosciute. Quelle donne "cercavano la libertà e la pace", ha ricordato, durante la celebrazione del rito interreligioso l'arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti. Accanto a lui, l'imam di Bellizzi, Ebderrhmane Es Saba, che ha invitato a pregare "tutti lo stesso Dio, che è Dio della pace e della giustizia".
"Di fronte a queste ragazze che non conosciamo - ha aggiunto monsignor Moretti - diciamo sono nostre sorelle". L'arcivescovo, sempre accompagnato dall'esponente della religione musulmana, ha proceduto con la benedizione delle bare. Sono stati i ragazzi di alcune scolaresche salernitane, poi, a deporre i fiori sui feretri disposti in cerchio sull'Ossario, là dove riposano i morti senza nome della città.
A piangere le vittime, anche quei pochi parenti delle due ragazze che hanno un nome. Pochi commenti, molto dolore e occhi persi nel vuoto. Il fratello di una delle due, Osaro Osato, racconta di essere stato per sei mesi con la sorella in Libia, un posto "no good", "dove si spara senza motivo", spiega il 18enne passando dall'inglese all'italiano. Insieme sognavano di vivere in Italia. Ed è stato lui ad avvertire della tragedia i genitori e gli altri tre fratelli.
A dare addio alle ragazze anche tante donne africane, accompagnate da mediatori culturali. Dieci salme rimarranno nel cimitero salernitano. Le altre verranno sepolte nei cimiteri comunali di Battipaglia, Montecorvino Rovella, Sassano, Montesano sulla Marcellana, Contursi Terme, Novi Velia, Polla, Atena Lucana, Pellezzano, Baronissi e Sala Consilina. E anche a Pontecagnano Faiano, dove, domattina alle 9.30, si terrà l'inumazione di due salme, in una cerimonia sobria voluta dal primo cittadino.
Questa mattina, tutti i sindaci dei Comuni interessati hanno partecipato al rito. Il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha proclamato per la giornata di oggi il lutto cittadino e, per mezz'ora stasera, dalle 18.30 alle 19, si spegneranno le Luci da Artista in
alcune strade e piazze della città.