Ambiente. Freddo e cambiamento climatico, la vita delle api (e la nostra) è a rischio
Oggi 20 maggio è la giornata mondiale delle api. A istituirla è stato l'Onu
Api a rischio per il clima impazzito: succede a Pistoia, dove almeno 470 apicoltori sono costretti a nutrire gli insetti con sciroppi e panetti di candito a base zuccherina. Le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori. Nel Pistoiese, spiegano gli agricoltori di Coldiretti, le avverse condizioni climatiche hanno duramente compromesso la filiera del miele «con i produttori costretti a spendere soldi per evitare di ritrovarsi nelle arnie mucchi di api morte» e con la «produzione compromessa nel periodo di massima attività per le api, impegnate altre a produrre miele anche nella preziosa opera di impollinazione di tante colture».
Le elaborazioni Coldiretti Pistoia, su dati Usl Centro Toscana, dicono che gli alveari censiti in provincia sono circa 8.500, numero che negli ultimi anni non ha subito variazioni di rilievo. «Le anomalie del meteo che si sono registrate a macchia di leopardo lungo la Penisola hanno colpito le piante in piena fioritura con pesanti conseguenze sul raccolto di miele mentre la pioggia ed il forte vento hanno ulteriormente ostacolato l’attività di bottinatura delle api per salvare le quali – precisa la Coldiretti – sono state somministrate sostanze zuccherine.
Un intervento straordinario e costoso per consentire la sopravvivenza degli sciami e delle stesse regine che non possono più contare sui rifornimenti interni a causa della carestia da clima pazzo». In media una singola ape visita in genere circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un ruolo fondamentale, considerato che - evidenzia la Coldiretti - dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben 3 colture alimentari su 4, come mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni secondo la Fao, ma l’impollinazione operata dalle api è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo. In Italia ci sono 1,6 milioni di alveari curati da circa 70mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo. La crisi delle api, secondo Coldiretti, «rappresenta un danno ambientale ed economico».
Gli insetti impollinatori, ricorda anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alla vigilia della Giornata a loro dedicata, che si celebra oggi in tutto il mondo, sono «così preziosi per il mantenimento del nostro patrimonio di biodiversità, e la cui sopravvivenza è messa seriamente a rischio dai cambiamenti climatici, e dai fenomeni legati all’inquinamento ambientale». Quasi il 90% delle piante selvatiche, fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat e in generale della diversità biologica, ha bisogno degli insetti impollinatori per riprodursi. Nel processo di produzione alimentare, oltre il 75% delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da decine di migliaia di specie animali (almeno 16mila tra gli insetti) in termini di produzione, resa e qualità dei raccolti (dati Ispra). Occorre partire da questa breve analisi, prosegue il Mite, «per comprendere l’importanza della 'Giornata delle api' che si celebra ogni 20 maggio: una ricorrenza istituita dall’Onu per ricordare il fondamentale ruolo ecosistemico svolto da questi insetti, e il cui obiettivo è anche quello di accendere i riflettori sull’importanza di porre un freno al loro declino».