Attualità

Intervista. Scoppola (Agesci): dai cattolici spinta forte su pace, clima e denatalità

Angelo Picariello domenica 29 settembre 2024

Pace, famiglia, clima, questione educativa, denatalità, tutti temi - trascurati dal dibattito politico - che dopo la Settimana di Trieste debbono vedere i cattolici impegnati sin dal livello locale. Sono le priorità che indica Francesco Scoppola, presidente del Comitato nazionale dell’Agesci, l’associazione degli scout cattolici, che conta 182mila soci e celebra quest’anno il mezzo secolo di vita.

Che clima ha visto a Trieste?

Un clima positivo, ricco, fecondo, nuovo. Da un lato la consapevolezza di dover fare tutti insieme un passo in avanti e dall’altro la presa d’atto che in questa fase della vita del Paese e della Chiesa è importante il coinvolgimento comune, senza divisioni o particolarismi che non hanno ragione di esistere. Ognuno con il proprio carisma, che nel nostro caso è quello educativo.

Il tema democrazia rimanda all’annosa questione dell'incidenza dei cattolici. Questa voglia di collaborare è replicabile a livello locale e diocesano?

La voglia di collaborare deve avere il suo centro prima di tutto nel livello territoriale e diocesano. È una delle grandi sfide che abbiamo di fronte. Un modello associativo e interassociativo calato dall’alto non funzionava in passato e oggi può funzionare ancor meno. Difatti la vitalità che il mondo cattolico esercita e vive la si vede nei luoghi e nei territori ed è lì che questa fecondità va raccolta.

La rete degli amministratori può incidere, pur restando impegnati in diversi schieramenti?

La rete degli amministratori ha un obiettivo fondamentale che è quello di ricollocare le parole “politica” e “partecipazione” e l’attenzione per il bene comune al centro del dibattito pubblico. È una spinta, al di là degli schieramenti, a collocarsi in un panorama più ampio che non può essere scambiato, pena il diminuirne il valore, con l’eterno dibattito sul ritorno di un partito di centro che è superato dalla storia.

Sulla pace a Trieste grande unità di intenti, ma il tema non fa breccia in Italia e nella Ue.

Sul tema della pace c’è stata troppa timidezza da parte di tutti. Ci siamo assuefatti a qualcosa che riveste una portata mondiale e che deve coinvolgere le nostre coscienze. Le parole del cardinale Zuppi che richiamano ad un «tema della pace che non sia facoltativo» devono interrogarci come cristiani per fare qualcosa in più. Uno sforzo collettivo che da un lato parta dalle piccole azioni quotidiane per educare alla pace e dall’altro arrivi a un grande momento di riflessione collettiva senza timidezze.

Le riforme dividono la politica, ma anche il mondo cattolico. Come lavorare insieme?

Le riforme dividono da sempre tutti ed è per questo che lo sforzo del mondo cattolico è ritrovarsi dentro le parole che dicevamo prima, mantenendo una fedeltà alla Costituzione che ancora oggi riveste un’attualità e una profezia profonde. Bisogna lavorare insieme sulla parola “autonomia” che non può essere sinonimo di divisione o di esaltazione della differenze, ma che invece rimanda al bellissimo principio della sussidiarietà; bisogna lavorare insieme sulla parola “contribuzione” che mette in luce la vitalità del mondo cattolico trasformandola in azione, radicando ed esaltando la partecipazione dal basso; bisogna riaffermare, come ha detto il presidente Mattarella a Trieste, che «la democrazia comporta il principio dell’eguaglianza perché riconosce che le persone hanno eguale dignità», che «la democrazia è strumento di affermazione degli ideali di libertà».

Il tema ambientale evocato dallaLaudato si' , a voi caro, sembra confinato fra le “varie ed eventuali”. Come rilanciarlo insieme?

Il tema ambientale e del cambiamento climatico è il terreno di incontro di tutte le forze che abbiamo raccontato sinora. È un argomento non più eludibile e sul quale le giovani generazioni hanno dimostrato di essere avanti richiamando, spesso e volentieri, noi adulti ad impegnarci in questa direzione. È stato il tema al centro del nostro recente incontro nazionale di Verona, in cui si sono ritrovati più di 18.000 capi per festeggiare i 50 anni dell’Agesci. Questa costruzione è passata da un’attenzione al tema ambientale che ne è stato il filo conduttore: 85% di capi provenienti in treno, menù alimentare vegetariano, sperimentazione di buone pratiche sul tema della sostenibilità, certificazione dell’impatto ambientale ed ancora 1.600 alberi donati al Comune di Verona e di prossima piantumazione. Racconto questo non per lodare la nostra iniziativa, bensì per collocarla nel grande campo di qualcosa che richiede lo sforzo e l’impegno di tutti partendo dalle parole del Santo Padre e dal grande insegnamento che le giovani generazioni stanno dando in questa fase della vita del pianeta.

C'è, infine un altro tema a voi caro, la questione educativa, ma anche la denatalità, che ruotano entrambe intorno al ruolo della famiglia. A parole tutti d'accordo, poi le ristrettezze bloccano i buoni propositi .

Oggi i dati che ci vengono consegnati sulla natalità sono terrificanti perché raffigurano lo specchio di un Paese che non cresce. È qui che si chiede alla politica un impegno in prima istanza perché un futuro senza figli e senza giovani non produce sviluppo, si avvita su sé stesso, perde di generatività e soprattutto viene a mancare di quella spinta educativa che è lo strumento principe per cambiare. Su questo noi ci siamo.