LIGURIA. Frana alle Cinque Terre Cinque donne ferite
I GEOLOGI: BISOGNA AGIRE. L'alluvione e poi il cambio di stagione: questi gli elementi che potrebbero aver fatto la loro parte nella frana che stamattina ha interessato il tratto della "Via dell'Amore", tra Riomaggiore e Manarola. Ma i geologi liguri puntano il dito contro la mancanza di prevenzione, prima imputata di un incidente che poteva essere evitato.
«Ci sono aree della parte a mare delle Cinque Terre sulle quali avevamo già segnalato condizioni di dissesto. Ci sono già state numerose frane dovute all'incuria, anche nell'alluvione del 2010», dichiara Carlo Malgarotto, vice presidente dell'Ordine dei Geologi della Liguria.
«La parete rocciosa sopra la Via dell'Amore è sicuramente di difficile accesso, ed è quindi complicato mantenerla in condizioni di stabilità - aggiunge - la soluzione sarebbe poter fare più sopralluoghi per verificare che non ci siano rischi di distacchi, soprattutto durante i cambi di stagione, quando gli sbalzi di temperatura possono acuire il fenomeno, ma non ci sono mai i fondi per permettere ai tecnici di intervenire prima e la manutenzione non viene mai inserita nei bilanci degli enti pubblici".«Finchè il Governo non si deciderà a chiamare a raccolta geologi, ingegneri e tutte le professioni che possono dare una mano, continueremo solo a parlare e a contare i danni», incalza il presidente dei geologi Gianvito Graziano. Su quello che è successo stamattina in Liguria, «potremmo prendere una qualsiasi delle frasi dette negli anni passati e riportarla tale e quale, perchè continua a mancare un interlocutore che sia rappresentativo della politica della consapevolezza e del fare - aggiunge Graziano -. Le professionalità e le competenze ci sono, quello che manca invece è un cabina di regia, qualcuno che ci chiami e ci dica cosa dobbiamo fare. Qualcuno che voglia lasciare un Paese in condizioni migliori».