Milano. I ragazzi degli oratori nel carcere minorile. Per prepararsi al Giubileo
L’arcivescovo Mario Delpini fra i ragazzi di un oratorio di Rho (Milano)
Dal carcere minorile “Beccaria” di Milano alle basiliche di Roma. Per «vivere insieme un percorso di conversione». Nella compagnia del beato Carlo Acutis. Perché «tutto cambia quando incontri veramente Gesù e ti lasci trasformare da lui». Ecco – nelle parole di don Stefano Guidi, responsabile del Servizio per l’Oratorio e lo Sport – il percorso verso e dentro l’Anno Santo 2025 che l’arcidiocesi di Milano propone al “popolo” degli oratori. Percorso che si apre nel segno della festa. E chiama i ragazzi a vivere «l’anno del Giubileo» come «pellegrini di speranza», scrive l’arcivescovo Mario Delpini nel messaggio per la “Festa di apertura” celebrata domenica 29 settembre in ogni oratorio.
Visitare i carcerati. Che c’entra il “Beccaria” con tutto questo? Fra le opere di misericordia corporale che la tradizione cattolica attinge dal Vangelo, c’è la visita ai carcerati. Ebbene: «I ragazzi dei nostri oratori sono invitati dall’arcivescovo a visitare, assieme a lui, dal novembre prossimo, luoghi connessi alla pratica delle sette opere di misericordia corporale per diventare “pellegrini di speranza”, come suggerisce il tema del Giubileo del 2025 – spiega don Guidi –. Luoghi come il Beccaria e altri, in fase di definizione». Così si rinnova e rilancia l’iniziativa intitolata “L’arcivescovo ti invita”, svoltasi per la prima volta nello scorso anno pastorale 2023-2024, e che aveva toccato luoghi simbolo di Milano come il Memoriale della Shoah e il Giardino dei Giusti.
Pellegrini con Carlo. Altra proposta da segnare in agenda: «I pellegrinaggi giubilari a Roma, a fine aprile per gli adolescenti e tra fine luglio e inizio agosto per i giovani», riprende don Guidi. Inoltre: «In vista della canonizzazione di Carlo Acutis – la cui data non è ancora nota – gli oratori sono invitati a celebrare il giovane beato milanese nel giorno della sua memoria liturgica, sabato 12 ottobre, o il giorno prima – quando il vicario generale, il vescovo ausiliare Franco Agnesi, presiederà una Messa a Milano in Santa Maria Segreta, la parrocchia di Carlo. Il 12 ottobre, poi, prenderà il via una “staffetta di preghiera” con la reliquia di Carlo che toccherà i nostri oratori».
Così “Tutto cambia”. Queste iniziative sono inserite nell’itinerario del nuovo anno oratoriano 2024-2025 dedicato al tema “Tutto cambia” e proiettato verso l’Anno Santo. «L’arcivescovo ci invita a cogliere il messaggio spirituale e quello morale del Giubileo – ricorda il direttore della Fondazione oratori milanesi –. Sul piano spirituale: si tratta di riconoscere nei simboli e nei gesti del Giubileo – il passaggio della porta, la celebrazione della penitenza, il pellegrinaggio – le vie per incontrare Gesù e lasciarci convertire da lui. Sul piano morale, si tratta di portare questa conversione in ogni dimensione della vita e della realtà assumendo in prima persona criteri come la giustizia, la fraternità, il perdono, l’impegno per la pace – che l’arcivescovo non perde occasione di sottolineare, assieme all’invito a vivere durante il Giubileo un “tempo sabbatico” per rimettere al centro la preghiera e la qualità delle relazioni. Anche in oratorio». Con la proposta pastorale “Tutto cambia” la diocesi mira a portare queste dimensioni nella vita dei ragazzi «perché diventino sempre più consapevoli della speranza evangelica loro affidata. L’oratorio non è la tana dove trovare rifugio da un mondo che cambia e spaventa, ma è la comunità nella quale i ragazzi sono introdotti alle grandi responsabilità della vita praticando le piccole responsabilità di tutti i giorni, per imparare ad essere operatori di pace, custodi del creato, solidali con chi è nel bisogno, secondo quella pedagogia del “gesto minimo” cara al nostro arcivescovo».
Ritorno all’oratorio. La proposta diocesana si colloca «dentro uno scenario di emergenza educativa – riprende don Guidi – che vede crescere l’alleanza fra agenzie educative, a partire dall’oratorio. Dalla propensione all’isolamento al senso di inadeguatezza verso la realtà, il tempo di pandemia sta manifestando nei nostri ragazzi tutti i suoi effetti. Questa generazione di adolescenti appare meno trasgressiva e aggressiva rispetto al passato, pur se a volte incapace di gestire quegli elementi di violenza insiti nella nostra umanità. Nel contempo appaiono più desiderosi di trovare luoghi ed esperienze che li aiutino tirare fuori il meglio di sé. Da due o tre anni assistiamo così a un ritorno degli adolescenti ai nostri oratori, come dicono le adesioni all’oratorio estivo o alle attività delle società sportive. In tutta la Lombardia l’oratorio estivo 2024 ha coinvolto 50mila animatori, tutti adolescenti, e almeno 300mila partecipanti fra la prima elementare e la terza media – annota don Guidi, che è anche coordinatore Odielle (Oratori diocesi lombarde) –. In oratorio i ragazzi trovano risposta al bisogno di esperienze significative e ricche di senso, e di luoghi dove sperimentare le proprie qualità migliori dentro un ambito di comunità, di informalità, di collaborazione concreta, di contesto non giudicante. E di amicizia vera».
L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, affiancato dal direttore della Fondazione oratori milanesi, don Stefano Guidi - Fotogramma