Gli angoli di Tiozzo. Fra i Sassi di Matera, la meraviglia scavata nella roccia
Poche città al mondo possono competere con il fascino di Matera. Persino all’interno di un Paese, l’Italia, che detiene il record dei patrimoni Unesco del mondo, e il cui carattere primario è la bellezza, l’eccellenza estetica, culturale e artistica di pressocché qualunque città compresa tra le Alpi e le coste della Sicilia, Matera si colloca su una scala diversa, fa storia a sè, è una meraviglia totalmente sui generis. Le ragioni sono molteplici: innanzitutto, come tutti sanno, la struttura urbana del Sasso Barisano e del Sasso Caveoso, più comunemente noti come “I Sassi di Matera”, non ha eguali al mondo. Un’intera struttura urbana ricavata scavando una roccia la cui composizione si prestava a questo tipo di intervento più che altrove. È questo il motivo per cui Matera è una delle città più antiche del mondo, e la più antica d’Italia: 10.000 anni di storia, medaglia di bronzo della storia dell’umanità preceduta solo dalla Siriana Aleppo e dalla biblica Gerico. Naturalmente Matera non è l’unico esempio di città scavata nella roccia, ma nessun’altra città al mondo riesce a eguagliare il livello di complessità, interconnessione degli ambienti e stratificazione di secoli ed epoche storiche che colpiscono chiunque abbia la fortuna di poggiare il proprio sguardo sui Sassi.
Citando le parole di Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera tra il 2015 e il 2020, “Matera è la più straordinaria interpretazione urbana della natura”. In effetti fu proprio questo a far sì che nel 1993 Matera fosse nominata patrimonio mondiale dell’umanità in qualità di “paesaggio culturale”. C’è però ben di più, in Matera, oltre al suo aspetto unico e ineguagliato. Il suo più grande tesoro, a modesto parere di chi scrive, è proprio la sua storia. Tuffarsi nelle fasi diametralmente opposte che ha vissuto questa città nella sua storia, è veramente il viaggio più affascinante che si possa fare all’interno di un viaggio a Matera.
Ripercorrere l’evoluzione di civiltà preistoriche, di cacciatori che vivevano nelle caverne nell’odierno parco della Murgia Materana, fino al popolamento dei Sassi e alla loro progressiva organizzazione urbana nei secoli, è costante sorgente di meraviglia. Esplorare le vie e i vicoli dei due Sassi e della Civita, lo sperone di roccia che separa il Sasso Barisano dal Caveoso, equivale a sedersi su una macchina del tempo che porta il viaggiatore da una città preistorica nel cuore di un borgo medievale, per poi fare capolino nell’epoca d’oro di Matera, in pieno Barocco, quando Matera divenne capoluogo della Basilicata nel 1663 e divenne il centro delle attività economiche e culturali della regione. Questa fase durò solo fino al 1806, quando lo spostamento della capitale da Matera a Potenza segnò l’inizio di un declino verticale per la città dei Sassi, che andò incontro a un impoverimento rapido e progressivo.
All’inizio del 1900 Matera è una città in condizioni economiche, gieniche e sanitarie disperate. Dentro ai Sassi vivono famiglie di contadini insieme ai propri animali, con le pareti di roccia ricoperte della muffa favorita dalle cisterne di raccolta dell’acqua piovana. Lo scrittore Carlo Levi immortalò questo degrado inaudito nel resto d’Italia nelle pagine di “Cristo si è fermato a Eboli”, ma fu il primo ministro Alcide De Gasperi, nel 1950 a lanciare un vero e proprio anatema sulla città dei Sassi: in un discorso pubblico durante la sua visita del 1950, De Gasperi definì Matera “La grande vergogna d’Italia”, portando sotto i riflettori nazionali le condizioni di vita disperate di questa città, un tempo cuore della ricchezza e del mezzogiorno. Gli eventi si susseguirono in fretta: una legge speciale obbligò i residenti a ristrutturare o abbandonare i Sassi, e stante la povertà della popolazione si trasformò de facto in una vera e propria legge di sfollamento. I Sassi vennero abbandonati, divennero luogo di criminalità, e un vero e proprio “trauma a cielo aperto” per la popolazione locale. Ci fu chi propose di coprirli con una colata di cemento. Altri proposero di trasformarla in una “Pompei” contemporanea. Altri ancora, tra cui il grande Pasolini, ci videro un set cinematografico già pronto. Solo negli anni Ottanta iniziò a farsi strada la consapevolezza, tra i materani, di avere per le mani un tesoro di bellezza unico al mondo. Di lì prese il via il percorso di riqualificazione che portò prima i Sassi a divenire patrimonio Unesco, poi a divenire una delle eccellenze turistiche d’Italia, e infine addirittura a essere nominata Capitale Europea della Cultura per il 2019. Quest’ultimo evento ha rappresentato il culmine di un vero e proprio processo di risurrezione, lanciando la città a tutta velocità verso un ruolo di centralità nel Mezzogiorno con una serie di eventi culturali destinati ad andare ben oltre la visibilità mediatica del momento, ulteriormente amplificata dal fatto che proprio nel 2019 a Matera venne ambientato l’ultimo film di James Bond (le pellicole ambientate in città sono ormai oltre 60).
Tutto questo, come molte altre cose, è stato bruscamente interrotto nel marzo del 2020, con l’arrivo della pandemia da Covid e dei relativi lockdown. Ad oggi, quel meraviglioso “momentum” materano iniziato nel 2008 con la candidatura a Capitale Europea della Cultura, sembra ormai esaurito e privo di ulteriore slancio vitale. Matera è dunque in attesa di scrivere le prossime pagine della sua storia degna di un romanzo, forte della sua identità senza pari al mondo che la rende da sempre uno dei più preziosi tesori d’Italia e del mondo intero.
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