Il caso. Forza Italia, strappo in Campania
"Siamo in un partito senza una seria e credibile linea politica. Siamo soprattutto un partito con 9 milioni di elettori in fuga. E adesso qualcuno vorrebbe anche "più bavaglio per tutti?". Lo scrive sul suo blog l'europarlamentare Raffaele Fitto facendo riferimento anche alle dichiarazioni di ieri di Silvio Berlusconi ("chi esce stia zitto" aveva detto riferendosi ai dissidenti, ultimo della lista Sandro Bondi). "C'è ormai un cupo bunker, costruito intorno a Silvio Berlusconi, dove pochi autonominati pretendono di decidere sulla sorte delle persone, e - peggio ancora - sulla linea politica", attacca ancora Fitto. A poco meno di due mesi dalle regionali, Berlusconi ieri ha tentato di far sentire la sua voce nel tentativo di portare ordine nel suo partito ma ha incassato il "tradimento" del candidato di centrodestra in Puglia Francesco Schittulli. Il medico barese ha mollato gli azzurri e scelto di proseguire "la campagna elettorale con le forze politiche e i movimenti che hanno condiviso" il suo progetto, ovvero con il leader dei ribelli azzurri. A meno di due mesi dalle elezioni regionali è il caos. Allo scadere dell'ultimatum che aveva lanciato, Schittulli ha deciso di smarcarsi dal conflitto interno a Forza Italia, spingendo nell'angolo il partito del cavaliere commissariato in Puglia con Luigi Vitali. Questi, a sua volta, dopo avere detto che Fi sosteneva Schitulli, avverte di essere pronto a scendere in campo se sarà necessario.
Schittullii ieri ha sancito con un comunicato la spaccatura definitiva. "Rilevando che Fi non ha ancora aderito alla mia, ragionevole, impostazione definita unicamente nell'interesse di tutti - ha detto ieri - la mia campagna elettorale continua con le forze politiche e movimenti che invece l'hanno condivisa". Al centro della contesa in corso da settimane è la paventata epurazione dei fittiani dalla lista di Forza Italia. Fitto aveva chiesto garanzie sulla conferma dei consiglieri regionali uscenti e degli amministratori locali. Rassicurazioni che Vitali ritiene di avere dato: "Io ho detto che non ci sono preclusioni e che i sette consiglieri regionali uscenti sono tutti ricandidabili al netto dei due (il capogruppo Zullo e il consigliere Mazzei, ndr) che hanno detto cose contro Berlusconi. Gli altri, pur in dissenso con la mia nomina, sono stati in silenzio e per me sono ricandidabili".