I timori. Forconi, il fronte si allarga
La prova generale è attesa per oggi, quando in almeno una dozzina di piazze italiane sono convocate le anime dei Forconi. Dall’ultradestra di Forza Nuova agli antagonisti dei centri sociali. Promettono di esserci, tutti, con l’intento di cavalcare la protesta.
Ma non è questo il momento per spaccare il fronte. «Vogliamo porre sotto assedio i responsabili dell’attuale declino», dice la destra estrema targata Mse. «Non siamo che all’inizio. Sempre più operai e disoccupati scendono in piazza. E l’ora che il Partito Operaio si metta alla guida della protesta», scandisce il sito internet "Operai Contro", una sigla emergente dell’area antagonista.
Torino è il laboratorio di questa mobilitazione degli opposti che si lasciano attrarre dalla possibilità di tornare a fare baldoria pur navigando a vista. E così si vedono ultras della Juve allearsi a quelli del Torino, irriducibili dei centri sociali a fianco alle teste rasate di Forza Nuova. E guai a parlare di infiltrazioni estremiste. «Non ci siamo infiltrati – assicura il segretario nazionale di Forza nuova, Roberto Fiore –, abbiamo aderito formalmente alle iniziative da due settimane perché siamo a fianco dei Forconi e degli autotrasportatori da due anni».
Anche i Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, dopo aver deciso per il sì, saranno in piazza, dove i propri militanti inviano resoconti dai fronti più caldi. «La crisi generale del capitalismo spinge tutti i settori delle masse popolari a mobilitarsi – si legge in una analisi dei Carc –. Quelle mobilitazioni saranno via via più estese, capillari, contraddittorie e disordinate. Anziché condannarle, ai comunisti spetta il compito di rafforzarle, allargarle, coordinarle e orientarle».
Tutti argomenti entrati a far parte del vertice di ieri al Viminale, tra il ministro dell’Interno Angelino Alfano e i responsabili nazionali delle Forze dell’ordine. All’incontro ha preso parte anche il direttore di Equitalia, Attilio Befera, per fare il punto sulle minacce via informatica arrivate a funzionari e dirigenti di Equitalia. Gli analisti dei servizi segreti non si lasciano sfuggire una sola delle parole pronunciate via internet da "Operai Contro", che i promotori definiscono «Giornale della rivolta operaia contro il lavoro, salariato». Nelle settimane scorse, infatti, fu notata una coincidenza. I capi delle cosiddette nuove Brigate Rosse, dal carcere in cui si trovano fecero uscire un documento a sostegno delle falangi violente dell’area No-tav. Il testo era firmato da Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, i due capi del "Partito comunista politico-militare". Il documento, però, conteneva interi spezzoni ripresi proprio da un’analisi pubblicata tempo addietro da "Operai Contro".
Da quelle stesse pagine web ora appaiono slogan non meno minacciosi: «I padroni e i politici devono iniziare ad avere paura: gli operai scendono in piazza a protestare». E ancora: «Facciamo vedere i sorci verdi ai padroni, al Pd di Letta, agli amministratori e ai fascistelli che li hanno protetti fino ad oggi».«NO AI BANCHIERI EBREI». LETTA: «FRASI VERGOGNOSE»Ora nel mirino del Movimento 9 dicembre ci sono anche i banchieri ebrei. «Colpevoli» di rendere «schiava» l’Italia. Affermazioni che hanno immediatamente provocato la reazione non solo della comunità ebraica italiana e di quella araba, ma anche di uno dei leader dei Forconi, Mariano Ferro, che bolla chi le ha fatte come «malato mentale». Andrea Zunino, portavoce del Movimento 9 dicembre, in un’intervista a un quotidiano, aveva spiegato gli obiettivi della rivolta: «Vogliamo le dimissioni del Governo. Vogliamo la sovranità dell’Italia, oggi schiava dei banchieri ebrei».Immediata la reazione del premier Enrico Letta: «Frasi antisemite vergognose». E il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna ribadisce: «Affermazioni deliranti». Reagisce anche Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma: «purtroppo in un clima di disperazione gli spacciatori di odio, i fanatici dell’ Europa dei popolì, l’estrema destra e la sinistra antagonista speculano alimentando non solo i peggiori stereotipi antiebraici e antisemiti ma anche la cultura contro i valori dell’accoglienza e del rispetto delle diverse identità di cui oggi si compone l’Europa unita«.
Quelle di Zunino sono »parole deliranti, pericolose e strumentali nei confronti delle religioni e della religione ebraica« afferma il presidente del Co-mai (le Comunità del Mondo arabo in Italia), il palestinese musulmano Foad Aodi, che mette in guardia: le proteste di oggi in Italia «hanno molto in comune con le cosiddette "primavere arabe", che cominciarono dal basso e in modo democratico ma poi vennero cavalcate e strumentalizzate da movimenti politici, religiosi e infiltrati».