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Intervista. Sbarra sulla manovra: «Più fondi al sociale, tasse sugli extraprofitti»

Francesco Riccardi martedì 17 settembre 2024

Luigi Sbarra segretario generale della Cisl

Pronti alla mobilitazione? «Se ci fossero tagli alla sanità o al sociale, sì. Per il momento in realtà è prematuro annunciare proteste, ma vogliamo essere coinvolti nel confronto sulla manovra». Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, non minaccia scioperi preventivamente ma lancia un avvertimento al Governo: non pensate di fare tutto da soli. E soprattutto: avanti con i tagli delle imposte da finanziare anche con un contributo di solidarietà chiesto alle società che hanno fatto più profitti.

Segretario Sbarra, siamo alla vigilia di una manovra impegnativa e decisiva: avete ricevuto segnali dal Governo?

Finora abbiamo assistito ad una ridda di ipotesi e di smentite. Bisogna fare chiarezza su metodo e priorità. Al Governo chiediamo di convocarci, e non solo sulla Manovra ma anche sul piano strutturale di bilancio che dovrà essere presentato alla Commissione Europea. È interesse di tutti costruire le condizioni di un percorso condiviso su obiettivi comuni, mobilitando le responsabilità di ciascuno per rafforzare crescita e sostenibilità sociale, innovazione e produttività, nuove tutele e rilancio delle competenze, partecipazione e qualificazione del lavoro.

Quali sono le vostre priorità?

La Cisl si confronterà come sempre nel merito delle questioni. Sappiamo che ci attendono scelte difficili sul piano finanziario, ma riteniamo imprescindibili alcuni elementi, cominciando dal riaffermare le misure conquistate in questi an Bisogna dare continuità alla riduzione del cuneo contributivo per le fasce medio-popolari, confermare l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, prevedere un deciso taglio delle tasse per il ceto medio. Necessario prorogare la defiscalizzazione sui frutti della contrattazione di secondo livello, da allargare ai settori pubblici, ed i fringe benefit. Va garantita l’indicizzazione delle pensioni ed aumentata la no tax area. De-vono essere rinnovati i contratti pubblici e rafforzati gli investimenti su sanità, scuola, ricerca. Chiediamo infine risorse adeguate per attuare la legge sulla non autosufficienza.



«Scioperi e mobilitazione? È prematuro parlarne
ma la premier ci convochi per discutere
anche del Piano strutturale di bilancio
Vanno confermate e rafforzate
le riduzioni delle tasse già varate»

Uno dei temi emersi è quello degli interventi fiscali a favore delle famiglie con figli, siete favorevoli? Non temete possa andare essere in conflitto con la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori?

Nessun conflitto: serve un’iniezione massiccia di fiducia che rimetta al centro la famiglia. Una priorità non solo morale, ma anche economica. Frenare l’inverno demografico con politiche coraggiose di supporto alla genitorialità è essenziale per la sostenibilità del nostro welfare, ed è una delle richieste che la Cisl fa al Governo. Bisogna aiutare i nuclei numerosi, potenziare le politiche di inclusione delle madri nel mercato del lavoro, potenziare i congedi parentali e garantire una più equa distribuzione dei carichi familiari tra uomo e donna. C’è una fetta gigantesca di società che non riesce ad essere inclusa e attivata. Più sosteniamo le donne in questa battaglia maggiori benefici avremo anche sulla crescita complessiva del Paese.

È a rischio anche la rivalutazione delle pensioni, così come il finanziamento alla sanità. Che ne pensate?

Per il momento mi sembra ci sia molto tatticismo e poche notizie certe. Ipotizzare interventi che penalizzino i pensionati nelle fasce più deboli è un errore enorme e un atto anti-coesivo. Parliamo di donne e uomini che hanno pagato un prezzo salatissimo negli anni incendiani. ti dall’inflazione. La rivalutazione non va toccata, ma anzi va estesa alle fasce che sono state escluse. Sulla sanità, poi, dopo anni di tagli sconsiderati avallati da tutti i governi è venuto il momento di investimenti seri per assumere e stabilizzare medici ed infermieri, rinnovare il Ccnl, rafforzare la medicina d’urgenza e di prossimità, ridurre le liste di attesa, mettere in sicurezza le persone che lavorano dentro ospedali e strutture sanitarie. Una cosa è certa, se dovesse calare la scure dei tagli sulla spesa sociale o sanitaria non staremo fermi.

Ma per tutti questi interventi dove si trovano i soldi? Siete favorevoli a tassare gli extraprofitti? E di chi?

Si può e si deve intervenire sulla spesa pubblica improduttiva e anche sulla montagna di incentivi dati a pioggia alle imprese. Risorse che invece dovrebbero essere orientate sulle realtà che applicano e rispettano i contratti, praticano partecipazione, investono su formazione e sicurezza. Bisogna mettere in campo un contributo di solidarietà su chi ha fatto profitti stratosferici in questi anni: multinazionali dell’energia, farmaceutica, logistica, economia digitale, compreso le banche e le assicurazioni. Va incrementata la tassazione sulla finanza speculativa e sulle grandi rendite immobiliari e va dato un impulso al contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Valutiamo anche di attivare un Fondo per l’economia reale alimentato su base volontaria da risparmi privati adeguatamente garantiti e remunerati dallo Stato. Anche questa è partecipazione.

La Cgil è già pronta alla mobilitazione, si preannunciano manifestazioni e forse scioperi. Voi che atteggiamento pensate di tenere?

Prematuro annunciare manifestazioni o scioperi senza avere ancora una mappatura della manovra. Noi chiediamo coinvolgimento e responsabilizzazione nelle scelte. Deve partire un confronto non ideologico, non inquinato da posizioni pregiudiziali. Noi ci siamo. E facciamo nostre, qui in Italia, le parole che Draghi rivolge all’Europa, quando chiama istituzioni e parti sociali a cooperare per costruire un nuovo Patto o Contratto sociale.