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Voto positivo. L'Europa ha dato il primo sì alla quinta rata del Pnrr italiano

Redazione Romana martedì 2 luglio 2024

Il ministro Raffaele Fitto

«È stato un iter complesso, frutto di una proficua collaborazione tra l'Unione Europea e il governo italiano». Così il ministro Raffaele Fitto in conferenza stampa ha commentato il via libera di Bruxelles alla quinta rata del Pnrr. È «un risultato molto positivo e soddisfacente per il governo», ha affermato Fitto, perché sono stati aggiunti «due nuovi obiettivi, uno riguarda il contrasto all'evasione fiscale» e «l'importo della rata è aumentato» di 400 milioni di euro.

«Sono molto contenta di annunciare che la Commissione europea ha approvato oggi il pagamento della quinta rata del Pnrr». Lo ha affermato la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio, sottolineando che «è un’ottima notizia per l’Italia, è un’ottima notizia per i cittadini. È una notizia che ancora una volta smentisce quanti avevano scommesso sul fallimento di questo governo, quanti speravano in cuor loro che l’Italia potesse perdere i soldi dell’Europa per ottenere magari un vantaggio elettorale, mentre lo dicevano. Ma non è andata così. E con il lavoro di questi mesi noi abbiamo dimostrato che tutti quei pronostici erano sbagliati. Lo abbiamo dimostrato facendo quello che sappiamo fare meglio, e cioè studiare i dossier, lavorare, portare a casa i risultati concreti».

I dettagli della quinta rata

La Commissione Ue ha dato valutazione preliminare positiva al pagamento della quinta rata del Pnrr dell’Italia. La richiesta a dicembre era su 52 traguardi-obiettivi per 10,6 miliardi (al netto del prefinanziamento per 1,6 miliardi). L’importo della rata è salito a 11,1 miliardi (3,2 sovvenzioni e 7,9 prestiti) per 54 traguardi-obiettivi con l’anticipo, da quanto si apprende, di due obiettivi della sesta rata. L’esecutivo Ue ha affermato di non poter valutare il raggiungimento di un obiettivo da 110 milioni per motivi metodologici. I pagamenti approvati nel Pnrr italiano salgono ora a 113,5 miliardi su 194,4 miliardi.

La quinta rata del Pnrr italiano include nove traguardi-obiettivi sulla transizione verde, i rifiuti e la gestione delle acque. Tra i vari risultati, emerge che a fine 2023 l’Italia ha chiuso 22 discariche illegali (su 34, più del 60%). Ha migliorato la raccolta differenziata dei rifiuti riducendo del 9% il divario tra la media nazionale e la regione con i risultati peggiori. Tra le cinque misure previste per la mobilità sostenibile figurano per esempio 200 chilometri di ciclovie completate in aree metropolitane. Oppure lo sviluppo di infrastrutture per il trasporto pubblico con altri 231 chilometri. Nel trasporto regionale, per l’ampliamento della flotta di autobus a zero o basse emissioni, sono stati acquistati oltre 3mila nuovi mezzi.

Nella transizione digitale della pubblica amministrazione erano previsti 17 tra traguardi e obiettivi. Al 31 dicembre 2023 altre 6.678 pubbliche amministrazioni hanno adottato sistemi di pagamento digitale PagoPA (+71% dal 2021) e hanno aggiunto il servizio con la app Io 10.675 pubbliche amministrazioni (+251% del 2021). Riguardavano misure per rafforzare il clima imprenditoriale 13 traguardi-obiettivi.

Altre tre erano relativi a politiche sociali: in quest’ambito sono stati fornite 55mila borse di studio a studenti con difficoltà socioeconomiche. Nell’ambito di due target nella salute è stato tra l’altro da tutte le provincie e regioni autonome almeno un progetto di telemedicina e sono stati forniti aiuti a 500 farmacie in piccole comunità.

Per l’obiettivo che al momento comporta di fatto una sospensione al via libera al pagamento di 110 milioni sul valore complessivo richiesto con la quinta rata italiana del Pnrr, l’esecutivo comunitario ha ritenuto, da quanto si è appreso, di non essere nella posizione di concludere la propria valutazione. Il nodo è la formulazione della decisione di esecuzione del Consiglio che ha approvato il piano italiano, che non dà chiarezza sulla metodologia da applicare per valutare il raggiungimento del target. L’obiettivo riguarda le riforme degli approvvigionamenti della pubblica amministrazione e in particolare la riduzione del 10% del tempo medio tra l’assegnazione di un contratto e la consegna di lavori infrastrutturali.

Da quanto filtrato l’Italia ha già espresso la volontà di presentare una richiesta motivata di modifica della decisione del Consiglio e il tutto si dovrebbe sbloccare nell’arco di pochi mesi.