«Politicamente incisiva». Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha definito la lettera che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha allegato ieri alla promulgazione del disegno di legge sulla sicurezza, durante la conferenza dei capigruppo a Montecitorio. Nella riunione è arrivata la richiesta formale del Partito democratico affinchè il governo riferisca in aula, richiesta a cui si sono associate anche Unione di Centro e Italia dei Valori. Il governo ha risposto che valuterà la richiesta anche se ha sottolineato che il comunicato di Palazzo Chigi emesso ieri in risposta alla lettera del Capo dello Stato, già teneva conto dei suoi rilievi.
La lettera di Napolitano. Il Presidente della Repubblica aveva promulgato mercoledì la legge recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza" ritenendo di non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un più efficace contrasto - anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico - delle diverse forme di criminalità organizzata."Suscita però perplessità e preoccupazioni - sottolineava il Quirinale - l'insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell'iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità; in particolare si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell'ordinamento e del sistema penale vigente".Su tali criticità il Presidente Napolitano ha ritenuto pertanto di richiamare l'attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri dell'Interno e della Giustizia con una lettera inviata, per conoscenza, anche ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati: nelle cinque pagine sono state indicate dettagliatamente le "rilevanti criticità" della legge sull'immigrazione, in particolare il reato di clandestinità e il via libera alle ronde previsti dalla legge.