Vicepresidente di Fli Bocchino, Urso portavoce e Della Vedova capogruppo. Alla fine di un'altra giornata tesa ecco le scelte di Gianfranco Fini. Decisioni, però, che non sono state gradite nè da Urso che potrebbe rifiutare, nè da Viespoli che minaccia le dimissioni. In un primo momento le scelte erano diverse, riferiscono fonti parlamentari del gruppo, "Urso si è imbarcato da Malpensa che era capogruppo e a Fiumicino si è ritrovato portavoce...". Una "querelle", quella sull'organigramma, che Fini dovrà risolvere, visto che ai suoi in questa tre giorni ha ripetuto che il momento è delicato e occorre essere compatti. Il presidente di Fli (si è subito autosospeso) al momento è preoccupato soprattutto per il conflitto istituzionale in corso e per quello che potrà succedere. Nel suo intervento all'Assemblea costituente non ha escluso alcuna ipotesi, anche quella di "scenari nuovi". Un modo per dire che se la situazione dovesse precipitare non si può più scartare l'idea della 'Santa Alleanzà contro il premier. Con Berlusconi continua a giocare a scacchi: ha lanciato una provocazione ("dimettiamoci insieme e poi andiamo al voto") e una proposta (in realtà indirizzata alla Lega più che al premier). Ovvero quella di realizzare il federalismo e la riforma della legge elettorale e poi di andare alle urne nel 2012. Il tentativo è quello di staccare il Carroccio dall'abbraccio del Cavaliere, ma anche di prendere tempo. Non si escludono le elezioni anticipate, ma la considerazione dietro le quinte è che un Cavaliere condannato per rito abbreviato sarebbe fuori gioco da una eventuale compagna elettorale; sarebbe invece ancora in campo se decidesse di giocare d'anticipo e ricorrere ora ai cittadini. Inoltre, fanno osservare fonti parlamentari, Fli deve strutturarsi, ha bisogno di amalgamarsi con le altre forze del Terzo Polo, magari attraverso un patto federativo. Di sicuro per le amministrative Fli, ha sottolineato Fini, non intende fare una politica dei due forni, "il terzo Polo dovrà essere la casa comune per attrarre il mare di delusi che arriverà dal Pdl". In ogni caso Fini ha voluto lanciare una sfida al Cavaliere in Parlamento. Sulle riforme, ma anche sul discusso ruolo di presidente della Camera: "Dimettimoci insieme", è la sua proposta. Fini giàpremette che Berlusconi non farà un passo indietro, ma intanto "non può stare a palazzo Chigi per i problemi che ben conosciamo...". L'attacco sul "caso Ruby" è pesantissimo: "Provo dolore ed imbarazzo, siamo diventati gli zimbelli nelmondo occidentale per i comportamenti" del premier. Berlusconi, ripete Fini, "si sente al di sopra della legge", come se avesse la corazza dell'impunità e invece dovrebbe avere rispetto per le istituzioni e senso dello Stato. "Non possiamo aspettare gli esiti dei processi per archiviare il premier", spiega il leader di Fli, ma non è possibile - aggiunge - che ci siano ministri della Repubblica che "aizzano lo scontro". "Siamo al rischio del conflitto istituzionale, la politica non deve attaccare frontalmente la magistratura. C'è - ha concluso Fini -un clima d'odio, ma non ci faremo intimidire. Sempre più gente aprirà gli occhi".