Attualità

BIOETICA E POLITICA. Fine vita, ultima maratona Approvato emendamento all'art. 3

  martedì 12 luglio 2011
L'aula della Camera ha approvato l'emendamento del relatore Domenico Di Virgilio al comma 6dell'articolo 3 del Ddl sul testamento biologico. L'emendamento prevede di far valere le Dat (Dichiarazione anticipata di trattamento) anche ai malati terminali. L'emendamento cambiail comma 6 e il ddl restringe la platea cui si riferiva nella versione uscita dal Senato il 26 marzo del 2009. La dichiarazione anticipata di trattamento, si legge, "assume rilievo nel momento in cui è accertato che il soggetto si trovi nell'incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale e, pertanto, non può assumere decisioni che lo riguardano. Tale accertamento è certificato da un collegio medico formato, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, da un anestesista-rianimatore, da un neurologo, dal medico curante e dal medico specialista nella patologia da cui è affetto il paziente. Tali medici, ad eccezione del medico curante, sono designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero o, ove necessario, dalla azienda sanitaria locale di competenza".Il testo del Senato parlava invece di soggetto "in stato vegetativo non più in grado di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze e per questo motivo non può assumetre decisioni che lo riguardano".L'emendamento, aveva spiegato il relatore Domenico Di Virgilio all'indomani della presentazione, "èun chiarimento scientifico rispetto al precedente, un parziale restringimento della platea rispetto a prima perché il mio emendamento non fa più riferimento allo stato vegetativo, che oggi è messo in dubbio perchè esistono prove scientifiche per cui questi soggetti si nutrono regolarmente, respirano senza aiuti delle macchine e hanno percezioni evidenziate da particolari risonanze magnetiche".Dunque, si tratta di "persone non terminali, ma disabili da aiutare".IN AULA PER L'ULTIMA MARATONAIn tre giorni di dibattito, martedì, mercoledì e giovedì della scorsa settimana l’aula di Montecitorio ha approvato l’articolo 1, che sancisce la indisponibilità della vita umana, e il 2 che regola il consenso informato, mentre ha quasi ultimato l’esame del 3 sui contenuti e limiti delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Oggi dovrebbero essere votati tutti gli altri articoli, fino al 9, che compongono la proposta. Il dibattito dovrebbe andare infatti più spedito: anche in termini "di carta" il volume più grosso degli emendamenti riguardava il primo articolo. Mentre del secondo fascicolo che interessa tutti gli altri 8 articoli resta da esaminare meno della metà. Inoltre Idv e i radicali eletti nel Pd, che hanno praticato con numerosissime proposte di modifica e ripetuti interventi un vero proprio ostruzionismo, sono agli sgoccioli del tempo loro assegnato nell’ambito del complessivo contingentamento. Il testo approvato comunque dovrà tornare al Senato per l’ultimo ok. Il provvedimento sta raccogliendo ampi consensi trasversali. Alcuni emendamenti che stravolgevano la proposta sono stati respinti con uno scarto di più di 380 voti, con i contrari alle modifiche che sono arrivati in qualche caso a superare perfino i 440 deputati. In conclusione dei lavori di giovedì, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, il cui gruppo ha votato compattamente a favore della proposta insieme alla maggioranza (a eccezione di qualche pidiellino dissenziente) ha obiettato alle critiche di Pier Luigi Bersani, che molti deputati del Pd o si sono astenuti o hanno aggiunto i loro voti a chi ha concorso alla elaborazione del testo in esame.Alla ripresa del dibattito saranno votati due importanti emendamenti dell’articolo 3 sui quali il relatore, il pidiellino Domenico Di Virgilio, e il sottosegretario Eugenia Roccella, per bocca del governo, hanno dato un parere favorevole. La prima modifica riguarda il comma cinque, dove, dopo aver precisato che alimentazione ed idratazione, che non possono formare oggetto di dichiarazioni anticipate di trattamento (dat), devono essere mantenute fino ad termine della vita, si prevede l’eccezione del caso «in cui le medesime non risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo». Due emendamenti identici presentati dalla pidiellina Carla Castellani e dagli udc Paola Binetti, Marco Calgaro e Luisa Santolini mirano a precisare che tale eccezione può valere solo per i pazienti «in fase terminale».Un’altra proposta di modifica, sempre per l’articolo 3, introduce una specificazione tecnica riguardo alla definizione della platea che per una eccessiva genericità poteva aprire strada ad alcuni abusi. Si chiarisce infatti che la dat assume rilievo nel momento in cui il soggetto si trovi nell’«incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale, e pertanto, non può assumere decisioni che lo riguardano». La descrizione del collegio medico incaricato della valutazione rimane identica, mentre si precisa che la scelta della composizione spetta alla struttura o all’azienda sanitaria. Di Virgilio ha spiegato di aver presentato questo emendamento «non per restringere la platea dei soggetti a cui si applicano le dat, ma per determinare in maniera scientifica i destinatari e a chi compete questa valutazione. Tali soggetti sono prevalentemente quelli in stato vegetativo, ma non solo essi». Intanto, giovedì scorso, sono stati già approvati due emendamenti simili del pidiellino Lucio Barani e della udc Paola Binetti, riformulati dal relatore Domenico Di Virgilio, che hanno riscritto il primo comma dell’articolo 3, stabilendo che il dichiarante, nelle dat, «esprime orientamenti e informazioni utili per il medico circa l’attivazione di trattamenti terapeutici purché in conformità a quanto prescritto dalla presente legge». Nel comma 3 poi altri 3 emendamenti simili hanno soppresso la parola «anche» che era anteposta alla esplicitazione nelle dat della rinuncia ad alcune forme particolari di trattamenti sproporzionati e sperimentali. Pier Luigi Fornari