Figli delle coppie gay. I sindaci sfidano Roccella che avvisa: «Così violate la legge»
Il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, al convegno organizzato dalla Fondazione Magna Carta
Sulla registrazione dei figli presenti all’interno di coppie Lgbt si apre un fronte dei sindaci. E uno scontro aperto con il governo. La ministra Eugenia Roccella aveva ricordato che «il problema non è quello dei figli, ma della maternità surrogata, cioè la compravendita della maternità, del corpo femminile, sfruttando una situazione di povertà e con connotazione razzista. Si tratta di un mercato che vogliamo frenare e lo faremo », aveva avvertito la titolare dellaFamiglia, Natalità e Pari opportunità. La risposta, però, è una ulteriore levata di scudi dell’opposizione attraverso i sindaci.
Dopo Beppe Sala è uscito allo scoperto a Roma anche Roberto Gualtieri. «Il governo pianta una bandierina ideologica al giorno e intanto sferza un attacco senza precedenti ai diritti dei bambini e delle bambine», va all’attacco la segretaria del Pd Elly Schlein, promettendo, ora, di dare battaglia in Parlamento. Dopo Milano, Verona, Padova e Bologna, anche Roma spinge. Gualtieri, dal palco della manifestazione tenutasi a Piazza Santi Apostoli, ha aperto il fuoco su una casistica vietata dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita (consentita solo per le coppie eterosessuali) «i figli con due mamme», che però, rimarca Gualtieri, «non riguardano la gestazione per altri e invece la si continua a tirare in ballo», lamenta il sindaco di Roma, che annuncia una riunione, in programma oggi, con i suoi colleghi primi cittadini. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi è deciso ad avanti con le trascrizioni «fin quando non ci sono stop da parte dell’autorità di governo» come accaduto a Milano con il blocco effettuato dal Prefetto, in base, a una indicazione venuta dal Viminale sin da gennaio. Sollecita una legge, Manfredi, «su un tema così importante », lo stesso invoca il sindaco di Torino Stefano Lo Russo (anche lui del Pd).
L’esigenza di un riferimento normativo era stato sollecitato anche dalla Cassazione (nella sentenza del 3 novembre 2020, richiamata spesso anche dalla ministra Roccella), che autorizza l’adozione speciale da parte del genitore “intenzionale”. «Ne parleremo e ascolteremo le posizioni di tutte le grandi città italiane », dice Manfredi in riferimento anche lui all’incontro in programma per oggi. Un invito esplicito a disobbedire arriva da +Europa e dai Radicali Italiani, che hanno predisposto in tal senso una mozione da presentare e far votare nei Consigli comunali. «Le leggi e le sentenze in Italia ci sono e sono chiare », ribatte però Roccella. «I sindaci che vogliono continuare a fare le trascrizioni non sono contro la circolare Piantedosi, sono contro la sentenza della Cassazione », avverte Roccella, intervenuta ieri a un incontro della Fondazione “Magna Carta” sulla natalità. «La suprema Corte a sezioni riunite - ricorda - ha dato indicazioni precise, sull’adozione in casi particolari».
Il governo resta quindi determinato a non concedere il via libera al certificato europeo di filiazione, che introducendo una sorta di registrazione “automatica” aprirebbe la porta all'utero in affitto vietato e perseguito in Italia ma praticato all'estero anche da coppie italiane negli Stati in cui è consentito. Definisce l’utero in affitto, «uno sfruttamento indecente di persone che hanno bisogno. Diverso è il tema dei bambini», dice l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. «Portiamo il tema in Parlamento, lì si farà chiarezza, oltre gli slogan», auspica il sindaco di Milano Beppe Sala.
«Intendiamo proseguire la nostra battaglia, coordinarci», avverte Gualtieri. Ma nel Pd il dibattito sull’omogenitorialità vede anche una presa di posizione della componente cattolica, preoccupata proprio per le implicazioni (sulle adozioni) legate alla maternità surrogata. Non è stata, anche per questo, ancora formalizzata una riproposizione riveduta e corretta del ddl Zan, bocciato dal Senato, mentre per il Movimento 5 stelle ha presentato una proposta Chiara Appendino, che quando era sindaca di Torino procedette ugualmente alle trascrizioni.