Una sorta di "braccialetto elettronico". Se lo Stato rilancia l'azzardo con una App
La App di "Gioco sicuro"
E adesso arriva, grazie ai Monopoli di Stato, la "Guida Michelin" dei locali dell’azzardo! Guida hi-tech, come si conviene, cioè una "app" (App Gioco Sicuro ADM - YouTube) da installare sullo smartphone. Martedì scorso il direttore di Adm, Minenna, l’ha presentata ai senatori della "Commissione giochi" (guai a chiamarli azzardo...). Lanciato il software, risuona un divertente jingle, un carillon che correda l’informazione – rapida e accurata – e si apre la mappa del "Gioco Sicuro". Non serve tempo per ricercare la via e la minor distanza dalle sale slot e dai centri scommesse. Ben geolocalizzati, si imboccano le scorciatoie, e tra la pulsione a versare denaro e l’atto di azzardare si abolisce ogni ostacolo. Stimolo, reazione, rinforzo: il condizionamento operante.
Dopo l’abolizione per legge degli spot pubblicitari, si compensa il "vuoto" impiegando la macchina degli algoritmi: pedinando la persona – minuto per minuto, passo per passo – grazie all’applicazione. È il "braccialetto elettronico" del gioco d’azzardo. Piacevole, narcotizzante, ci culla nel sonno della consapevolezza.
Ai Monopoli, l’applicazione agevola il mostrare tutto il portafoglio dei modi di puntare e scommettere nelle vie e nelle piazze della nostra città. E attiva un "implicito significativo", un potente vettore di propaganda, per di più diretta. L’Agenzia di Marcello Minenna, infatti, ha incorporato nella guida al servizio – cioè l’app da scaricare – tanto il valore "gioco" quanto il valore "sicuro". I giocatori sono indirizzati là dove si scommette e si punta: senza il fastidioso rallentamento di meditare sul prezzo e sul rischio di una condotta. Tanto è sicuro: è un gioco, ed è legale.
Qui la parola dovrebbe passare anche all’AgCom, per i significati nascosti e incorporati nell’app. In apparenza, un servizio al cliente. Nella realtà, l’estinzione del messaggio di rischio. Il cliente è tranquillizzato, su un vizio sicuro e legale. E perché non fare altrettanto per i punti di distribuzione delle sigarette?
Non serve essere specialisti della comunicazione e della pubblicità per rilevare che questo bel dispositivo offerto dallo Stato – tramite i Monopoli – vale a disinnescare ogni possibile allarme per l’azzardo "di massa". E a coprire, con la seduzione della sicurezza e della certificazione di legge, una condotta pur sempre temeraria. "Azzardo" vuol dire che mette a repentaglio valori importanti, persino di rango costituzionale, la salute, il risparmio, l’utilità sociale dell’attività economica.
Aggiungiamo dunque una nuova voce nel catalogo delle Nuove Dipendenze: includiamoci per l’appunto, la stessa app "Gioco Sicuro", viatico della compulsione, corredato da una musichetta invitante e da un layout accattivante. I clinici – parliamo di quelli seri e indipendenti – sono in allarme, perché con tale algoritmo si potenzia l’addiction innescata dal dispositivo mobile dello Smartphone.
L’efficacia totalitaria di questa tecnologia si replica anche per il rapido ripristino dell’abitudine patologica al “gioco”, che le restrizioni della pandemia avevano fatto attenuare. Insomma, l’azzardo e le sue lobby, con l’acquiescenza sconcertante dei Monopoli di Stato, recuperano la domanda di gioco d’azzardo che nei 18 mesi della pandemia si era attenuta.
Non basta loro il trattamento di favore ottenuto dalle Regioni: il dietrofront sulle loro stesse leggi in materia, emanate cinque anni fa a tutela delle popolazioni e delle persone in sofferenza per gioco d’azzardo. Hanno piegato la testa, nell’ordine, la Liguria, la Puglia, il Veneto, il Lazio e il Piemonte. Altre Regioni sono in lista d’attesa, come le Marche, per la revoca dei provvedimenti a difesa dei cittadini.
Così la grande macchina dell’azzardo rilancia l’aggressione all’Italia piegata dal Covid-19. Milton Friedman e Leonard Savage, fin dal 1948, avevano documentato la correlazione diretta tra difficoltà economica e propensione indotta alle lotterie e alle scommesse ovvero al gioco d’azzardo. Le famiglie che sperimentano nella loro esistenza, per la prima volta, la condizione di debitore insolvente superano oggi il numero di 5 milioni di casi. Ma quella che per noi è una grande emergenza sociale da affrontare, con la solidarietà e con il dovere dello Stato di intervenire, viceversa per l’industria dell’azzardo è una opportunità di rilancio: per rifarsi, e con gli interessi, sul margine che hanno perso dal marzo del 2020 ad oggi.