25 aprile e Ucraina. L'Anpi: invio di armi rischia di scatenare conflitto globale
Il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo mostra il manifesto della Festa della Liberazione 2022
«Un 25 aprile di memoria di liberazione e di impegno per la pace. Non siamo mai stati equidistanti nella tragedia di questa guerra, eravamo e siamo dalla parte degli aggrediti e contro gli aggressori». Il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ribadisce che l’invasione russa in Ucraina «è un atto gravissimo che va condannato in ogni modo». Lo fa alla presentazione delle iniziative per la Festa della liberazione. Ma denuncia anche l’«inquietante sottovalutazione di una escalation» che potrebbe portare a un conflitto mondiale, anche nucleare.
Per l’Anpi infatti «si sta creando una reazione a catena apocalittica, che potrebbe portare ad una catastrofe». E se è vero che «la lotta «armata degli ucraini contro i russi è una lotta di resistenza», c’è «una differenza abissale» con quella italiana: «La guerra mondiale - ricorda l'Anpi - era già in corso, gli alleati erano in guerra da anni contro Germania e l'Italia, nel 1943 fornirono armi per chiudere al più presto la guerra». L'Italia oggi «non è in guerra contro la Russia, evitiamo che tramite l'invio delle armi ci si avvii a una linea rossa da non travalicare».
La manifestazione nazionale del 25 aprile si terrà domenica a Milano. Corteo lungo corso Venezia dalle 14, arrivo in piazza Duomo dove interverranno, dalle 15,30, il sindaco di Milano Giuseppe Sala; Tetyana Bandelyuk, cittadina ucraina; Dario Venegoni, presidente nazionale Associazione nazionale ex deportati (Aned); Maurizio Landini, segretario generale Cgil; concluderà Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi. Ed è ancora l’Ucraina il tema che tiene banco. Pagliarulo ripete che l’invio continuo di armi, la richiesta del 2% del Pil per il riarmo «rischiano di portare a un nuovo Afghanistan in Europa. Questo riarmo generalizzato, come alla vigilia della I e II guerra mondiale, inasprisce le tensioni e crea una reazione a catena apocalittica che potrebbe portare ad una catastrofe. Ci preoccupa moltissimo l’effetto domino che avviene in mancanza di qualsiasi trattativa».
Le posizioni dell'Anpi hanno subito scatenato polemiche: «Abbiamo assistito ad una serie di attacchi contro l’Anpi di una violenza e di una volgarità inaudita. Ho scoperto, a mia insaputa, di essere putiniano...». L’Anpi «sta dalla parte dell’aggredito», ma ciò non significa ignorare che «anche in Ucraina ci sono vuoti democratici: Zelensky ha sciolto una decina di partiti di opposizione. Ci sono state tante violenze in passato a cominciare dalla terribile guerra del Donbass, cominciata dopo Maidan e la Crimea. È anche una guerra di propaganda mediatica. La guerra è una barbarie da tutte le parti. A Bucha è quasi certo che siano stati i russi, ma va fatta una commissione d’inchiesta indipendente. Il segretario dell’Onu Gutrerres e lo stesso Pentagono hanno detto che non possono nè confermare nè smentire. In un video soldati ucraini sparano alle gambe di soldati russi. Anche lì c'è bisogno di chiarimenti».
L’Anpi apprezza la presenza alla Via Crucis di una donna lituana e una donna russa: «È un abbraccio tra due popoli, invaso e invasore. Condivido la scelta di Papa Francesco, che discende dall’enciclica Fratelli tutti. Mi riconosco nelle posizioni del direttore di Avvenire Marco Tarquinio e del presidente di Pax Christi, l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti. E mi inquieta che le parole del Papa si stiano allontanando dalle prime pagine».
Alla manifestazione «ovviamente ci saranno bandiere ucraine, lo dice il buon senso e l’opportunità», assicura Pagliarulo. Ma niente bandiere Nato, avverte: «Non è opportuno, dovremo fare il possibile per impedire qualsiasi incidente e provocazione. Dovremmo parlare di pace, non mi pare che la Nato sia un'organizzazione pacifista». Resta la divisione con la Comunità ebraica di Roma dopo le contestazioni nel 2014 dei filopalestinesi contro i rappresentanti della Brigata ebraica. «Abbiamo sempre invitata la Comunità in questi anni, ma il dialogo si fa in due. L’anno scorso comunque la Brigata ebraica ha partecipato e così molti compagni ebrei». Ma Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana, ribadisce l’assenza finché saranno esposti «vessilli di chi era alleato con i nazisti. Curioso il no alle bandiere Nato e il sì a quelle palestinesi». Per il senatore Pd Andrea Marcucci «la posizione del presidente dell'Anpi Pagliarulo continua ad essere molto discutibile». Per il segretario dei Radicali Massimiliano Iervolino «siano benvenute tutte le bandiere, quelle della Nato e soprattutto quelle dell'Ucraina».