La campagna. «Fermare il riarmo subito»: la mobilitazione dei pacifisti continua
L'ultima Marcia per la pace Perugia-Assisi
Negli ultimi 10 anni è più che raddoppiata, con un aumento del 132%. È la spesa militare, cui vengono destinati sempre più soldi dei contribuenti. Per gli investimenti in sanità, educazione e protezione ambientale, invece, i fondi non ci sono mai. E gli stanziamenti restano da anni praticamente invariati. Anche per il 2025 il Governo italiano annuncia di voler aumentare del 12% le spese militari nella manovra di bilancio, e ha già confermato 40 miliardi di euro per l’acquisto di nuovi sistemi d’arma entro il 2028. Scelte politiche contro le quali ieri pomeriggio a Roma la Campagna “Ferma il riarmo” ha manifestato in piazza Capranica, a due passi da Palazzo Chigi. Un presidio organizzato per ribadire la contrarietà della maggior parte degli italiani e delle italiane al continuo aumento delle spese militari.
L’appuntamento per la Giornata di mobilitazione per la Pace e contro ogni tipo di guerra è stato promosso in molte città dalle principali reti pacifiste della società civile italiana, proprio in coincidenza con la Giornata mondiale dedicata ai Diritti umani. A promuovere la mobilitazione sono state Fondazione PerugiAssisi, Greenpeace Italia, Rete italiana pace disarmo, Campagna Sbilanciamoci!. Secondo la campagna “Ferma il riarmo” dunque «è venuto il momento di rilanciare una mobilitazione collettiva forte contro le spese militari, perché il loro aumento, in termini quantitativi e qualitativi, è una minaccia per il futuro di tutti. Oltre ad essere un “gap democratico” rispetto al volere della maggioranza dell’opinione pubblica».
Un recente sondaggio condotto da Swg per conto di Greenpeace Italia infatti – e confermato anche dagli ultimi dati del Censis – «ribadisce per l’ennesima volta che la maggioranza di cittadine e cittadini italiani si oppone all’impiego di risorse verso ambiti militari». Il 55% degli intervistati è contrario a spendere il 2% del pil in armamenti come chiesto dalla Nato, mentre a favore è solo il 23%, e non si pronuncia il 22%. L’opinione pubblica quindi vorrebbe «un aumento degli investimenti a favore delle priorità sociali e ambientali del Paese». È ciò che propone in modo dettagliato e articolato la Controfinanziaria di Sbilanciamoci, presentata nei giorni scorsi, con un focus particolare proprio sugli investimenti per la difesa. La campagna “Ferma il riarmo” continuerà a mobilitarsi nei prossimi mesi.