Primo Maggio. Fedez e la "censura": la Commissione di vigilanza Rai apre un'inchiesta
Fedez al concertone del Primo Maggio
La politica si divide sulla Rai dopo il monologo di Fedez al Concertone del Primo Maggio. Il Pd vuole che i vertici di Piazza Mazzini chiedano scusa per la censura denunciata dal cantante, mentre il Movimento 5 stelle pretende le dimissioni dei dirigenti coinvolti, oltre a una riforma radicale della governance del servizio pubblico televisivo.
Cosa è successo al Concertone del Primo Maggio
Tutto inizia sulle prime note del Concertone, sabato pomeriggio, quando la Lega scrive in una nota firmata da senatori e deputati in Vigilanza Rai che "se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l'intero costo dell'evento".
L'artista prima della sua esibizione risponde su Instagram: "È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione purtroppo che non c'è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio".
Poi nel momento del massimo ascolto, dal palco, punta il dito in particolare contro il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia del Senato e ora relatore del ddl Zan sull'omofobia e la transfobia, accusato di ostacolare il provvedimento rinviando fino a pochi giorni fa la calendarizzazione. Poi l'attacco alla Lega, con la citazione di frasi omofobe con nomi e cognomi, ("Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno", Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria; "I gay? che inizino a comportarsi come tutte le persone normali", Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia; "I gay vittime di aberrazioni della natura, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri regionali Lombardia"; "I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie", Alberto Zelger, consigliere della Lega Nord a Verona; "Il matrimonio gay porta all'estinzione della razza", Stella Khorosheva, candidata leghista; "Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay", candidata della Lega Giuliana Li Vigni).
La polemica a questo punto prende un'altra direzione, e si concentra sull'accusa alla Rai e dopo che Rai3 respinge al mittente l'accusa di censura preventiva, il cantante pubblica un video che riprende la telefonata. "Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad "adeguarmi ad un SISTEMA" dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi". La battaglia scavalla la notte e nella mattina del 2 maggio la Rai interviene nuovamente per dire che la direzione di Rai3 "non mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del Primo Maggio - richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto". Più tardi lo ripete con fermezza anche l'ad Fabrizio Salini, spiegando "di non aver mai censurato Fedez né altri artisti né di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo. Questo deve essere chiaro, senza equivoci e non accettiamo strumentalizzazioni che possano ledere la dignità aziendale e dei suoi dipendenti. Di certo in Rai non esiste e non deve esistere nessun "sistema" e se qualcuno, parlando in modo appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso. Su questo assicuro che sarà fatta luce con gli organizzatori". Nella telefonata che Fedez ha pubblicato su twitter a parlare sono l'organizzatore Massimo Bonelli e l'autore capo progetto Massimo Cinque, che parlano delle loro responsabilità nei confronti di Cgil, Cisl e Uil e Rai rappresentata dalla Capitani.
A prendere la parola è la politica con il segretario del Pd Letta che chiede "parole chiare dalla Rai, di scuse e di chiarimento. Poi voglio ringraziare Fedez", dice. Giuseppe Conte spiega: "Io sto con Fedez. Nessuna censura", per poi sostenere che "questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica". Il ministro degli esteri Luigi Di Maio dice che "un paese democratico non può accettare nessuna forma di censura". A fare chiarezza sarà la Commissione di Vigilanza Rai che probabilmente martedì o mercoledì ascolterà il direttore di Rai3 Franco Di Mare per avviare un'indagine, come ha chiarito il presidente Alberto Barachini. Ora è caccia alle responsabilità.
Lo scontro Fedez-Salvini
Dal canto suo, Matteo Salvini domenica pomeriggio è andato in tv, ospite di Barbara D'Urso, per cercare di spiegare il senso della contrarietà della Lega al disegno di legge Zan sull'omotransfobia, criticata da Fedez, e ha prende le distanze dalle parole chiaramente offensive e discriminatorie di vari esponenti del suo partito, già citato il giorno prima dal rapper nel suo monologo, definendo "disgustose" le frasi contro gli omosessuali. Da Forza Italia, si rivendica il diritto di criticare il ddl di iniziativa democratica.
Per quanto riguarda la denunciata censura al Concertone, da parte leghista si annuncia, invece, una interrogazione in commissione Vigilanza. Gli ex lumbard dovrebbero inoltre chiedere un accesso agli atti per leggere il contratto con la società che ha organizzato l'evento, valutare una segnalazione all'Agcom per quanto accaduto e chiedere eventualmente agli uffici legali della Rai di intervenire per tutelare l'immagine azienda e del vice direttore di Rai3 Ilaria Capitani, tirata in ballo da Fedez. "Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, 'censori' di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta", dice Salvini, ricordando che Capitani è stata "portavoce di Veltroni, sindaco Pd di Roma".