Matteo Renzi schiera nella sua quadra
di governo, alla Farnesina, Federica Mogherini, la giovane
responsabile Esteri e Europa del "suo" Pd che ha voluto nella
segreteria dopo le primarie.
Una sorpresa inattesa per i tanti che nelle ultime ore davano
quasi per scontata la riconferma di Emma Bonino, e che
rappresenta una scelta di forte discontinuità. Proprio per quel
ministero-chiave, la Farnesina appunto, al quale spetta il
compito di sbrogliare uno dei nodi più intricati e urgenti per
il nuovo governo: il caso marò.
Toccherà quindi alla Mogherini, 41 anni, la più giovane
ministro degli Esteri dai tempi di Galeazzo Ciano, guidare le
Feluche e già nelle prossime ore mettere le mani sullo spinoso
dossier dei due fucilieri di marina, da oltre due anni
trattenuti in India che l'Italia vuole riportare a casa il prima
possibile. E dare risposte, insieme al nuovo team di Palazzo
Chigi, nei primi giorni della prossima settimana, quando si
saprà - la decisione è attesa a Delhi lunedì - se l'India sarà
in grado di dire l'ultima parola o continuerà a fare melina,
costringendo Roma a fare un passo importante. Passo che spetta
alla nuova squadra di Renzi, aveva ricordato nei giorni scorsi
la Bonino, che lascia alla Mogherini (un'altra donna, la terza
alla Farnesina) "diverse opzioni" sul tappeto, compresa quella
già 'esploratà nell'ultima riunione della task-force del
governo uscente dell'arbitrato internazionale.
Ma al di là del caso marò, i dossier che attendono il nuovo
capo della diplomazia italiana, sono tanti. E complessi. Dalla
Siria all'Afghanistan, dall'Iran all'Egitto passando per la
difficile situazione nei Paesi delle primavere arabe. Senza
dimenticare i rapporti cruciali di Roma. Quelli con gli Stati
Uniti di Barack Obama, ma anche con le cancellerie europee in
vista del semestre italiano e di quello svolta 'meno rigore più
crescità di cui Renzi ha fatto uno slogan. Senza dimenticare
Israele, la Russia di Putin e tutti quei Paesi mediorientali
co-protagonisti del futuro della regione. In un dribbling di
equilibri internazionali e rapporti bilaterali all'insegna della
credibilità e della affidabilità del sistema Paese.
Classe 1973, sposata con due bambine, si è laureata in
Scienze Politiche a La Sapienza con con una tesi di filosofia
politica sul rapporto tra religione e politica nell'Islam, fatta
durante l'Erasmus a Aix-en-Provence, in Francia. Nel 1996 si
iscrive alla Sinistra giovanile e nel 2001 entra nel Consiglio
Nazionale Ds, e poi nella Direzione Nazionale e nel Comitato
Politico. Nel 2003 inizia a lavorare al Dipartimento Esteri dei
DS, prima come responsabile del rapporto con i movimenti, poi
coordinatrice del Dipartimento, e da ultimo come responsabile
delle Relazioni Internazionali. Ha seguito in particolare i
dossier relativi all'Iraq, l'Afghanistan, il processo di pace in
Medio Oriente e tenuto relazioni con il Partito Socialista
Europeo, l'Internazionale Socialista, ed i partiti che ne fanno
parte. Con un'attenzione particolare ai rapporti con i
Democratici americani.
"Amo viaggiare (ovunque, sempre e in ogni modo), leggere
(romanzi, preferibilmente gialli) e passare tempo con la mia
famiglia e le persone che amo", scrive nel suo curriculum
autografo in cui non dimentica di citare anche "qualche
lavoretto ai call center" dopo la laurea. Il nuovo ministro,
membro dello Iai e presidente della delegazione parlamentare
italiana all'Assemblea atlantica, nei giorni scorsi è stata con
una piccola delegazione Nato a Kiev alla vigilia del bagno di
sangue dei giorni scorsi. Per tornare con una convinzione:
l'unica strada è quella della mediazione.