Attualità

IL PALAZZO E IL PAESE. Federalismo, governo costretto al rinvio

Angelo Picariello venerdì 21 gennaio 2011
Il federalismo municipale (forse) può aspettare. Tiene l’asse Berlusconi-Bossi, rafforzato nel vertice dell’altra notte a palazzo Grazioli con lo stato maggiore della Lega, assente (insolitamente) Giulio Tremonti. E tiene proprio in difesa della bandiera della Lega, che arriva in condizioni di inferiorità numerica nella Bicameralina, dove Pdl e Carroccio insieme contano solo14 voti su 30. Ma il muro delle opposizioni e dall’Anci ora fa prendere in considerazione la richiesta, che arriva a gran voce da tutti, di una proroga della delega. «Potremmo dare qualche giorno di proroga», concede a fine giornata Umberto Bossi. Allo stato infatti la delega del decreto legislativo sul federalismo municipale scade il 28, e mercoledì prossimo (26) l’apposita Commissione dovrebbe votare il testo definitivamente. «Vedremo» si era limitato a dire Roberto Calderoli, intestatario della mediazione. Ma anche fra i ministri del Pdl l’ipotesi di una proroga veniva ritenuta «possibile».«Ieri abbiamo sancito che se non passa il federalismo, si va al voto. Berlusconi è d’accordo. Ma passa al 100 per cento», così Bossi aveva commentato l’esito del vertice dell’altra notte a palazzo Grazioli, dove era andato scortato da Maroni e Calderoli, dai capigruppo Bricolo e Reguzzoni e dai governatori Zaia e Cota, insieme a Rosy Mauro. Ma nel corso della giornata nella stessa Lega era iniziato a serpeggiare il dubbio se non fosse il caso di prendere tempo, per provare a scompaginare il fronte, compatto, di autonomie locali e opposizioni, auspicando che nel frattempo possa anche raffreddarsi il clima infuocato innescato dal caso-Ruby, che certo non aiuta. «Tutti insieme devono abbassare i toni, anche i magistrati», aveva auspicato Bossi. Un orientamento sul quale deve aver avuto un’influenza anche la mediazione del Quirinale, evocato non a caso con parole di grande apprezzamento dal senatur. Napolitano «è un uomo di grande buonsenso», aveva detto Bossi mantenendo l’asse ormai consolidato con il Colle, celebrazioni a parte.Poi nuovo vertice serale a Plazzo Grazioli, con Bossi e Calderoli. E l’ipotesi di una proroga per il federalismo municipale (che scade, come detto, il 28 gennaio) avanza a grandi falcate: «Ne abbiamo discusso insieme e il ministro Calderoli si è riservato di dare una risposta dopo il consiglio dei ministri», conferma il presidente della Bicamerale per il federalismo Enrico La Loggia. Più complessa l’altra questione affacciata dalle opposizioni di una proroga della scadenza del decreto sul federalismo nella sua integralità, che scade a due anni dall’approvazione, ossia a maggio. Per questa seconda questione servono specifiche «previsioni normative», ha aggiunto La Loggia.Calderoli, intanto, continua a fare il pompiere: «Ci può essere una stagione di riforme e di rilancio dell’economia», auspica il ministro della Semplificazione. Naturalmente avrà voce in capitolo, sulla decisione, oggi, anche il ministro dell’Economia, che non si pronuncia nel merito, ma intanto sottolinea l’assoluta necessità di non interrompere il dialogo con l’Anci. Il confronto col presidente Sergio Chiamparino «continua», sottolinea il ministro dell’Economia, giudicando la discussione con lui «assolutamente positiva». Che è un modo indiretto per dire a sua volta, che, se serve, per un supplemento di riflessione, ne può valere la pena.