Progetto. Scienza e fede, così il dialogo inizia a scuola. Un sito per trovare risposte
Scienza e fede, un rapporto da esplorare
L’ambiente scolastico, nel periodo adolescenziale, rappresenta un luogo-chiave dove il rapporto fra pensiero scientifico e cultura umanistica può essere impostato precocemente e in maniera duratura. Prende le mosse da questa evidenza, il progetto della nuova piattaforma didattica Disf-Educational (CLICCA QUI), promosso dal Centro di documentazione interdisciplinare di Scienza e fede (Disf ) e sostenuto dalla Conferenza episcopale italiana, frutto della collaborazione di un pool di oltre trenta docenti provenienti da tutta Italia.
Il sito, online da oggi, intende dotare le scuole superiori di uno strumento che aiuti ad affrontare i principali temi di attualità interdisciplinare, che richiedono il concorso di diverse materie e prospettive per essere trattati in modo convincente anche sui banchi di scuola.
«A 20 anni dall’apertura del sito disf.org – spiega Giuseppe Tanzella-Nitti, direttore del Centro di ricerca Disf – occorreva progettare uno strumento nuovo, di concezione originale, che partisse dalle scuole e nelle scuole consentisse la graduale navigazione in un mediterraneo sicuro, senza che gli studenti naufragassero in oceani sconosciuti e troppo ampi».
«Sebbene diretta a tutte le scuole, siano esse statali o paritarie, di ispirazione non confessionale oppure religiosa – sottolinea Tanzella-Nitti – la Piattaforma Disf Educational si propone di approfondire, come già il portale disf.org, il rapporto fra cultura scientifica e pensiero cristiano».
L’essere umano è diverso dagli altri animali? In laboratorio c’è posto per Dio? Perché la morte? La mente umana sarà rimpiazzata dall’intelligenza artificiale? Sono queste (e tante altre) le domande a cui gli studenti, ma anche gli insegnanti, potranno cercare una risposta nelle pagine del nuovo portale, che è stato presentato questa mattina con gli interventi di Franco Malerba, primo astronauta italiano e Letizia Davoli, giornalista scientifica di TV2000.
La scelta di puntare sul target degli adolescenti è stata dettata dai risultati di una ricerca della Rice University del Texas, realizzata dal gruppo di lavoro di sociologia della Religione, che hanno messo in luce come l’età in cui il pensiero scientifico e i risultati della scienza vengono visti, per la prima volta, come un ostacolo alla propria visione religiosa del mondo, vada retrodatata all’età adolescenziale.
«Interrogati su quale fosse l’età in cui avevano lasciato le proprie convinzioni di fede – commenta Tanzella-Nitti – gli scienziati non credenti (circa un terzo del totale) rispondevano indicando l’età 14-16 anni, smentendo l’idea di partenza che fossero stati gli studi universitari scientifici o la ricerca scientifica sul campo a causare questo cambio di prospettiva. Era chiaro, in sostanza, che il luogo ove ciascuno forgia la propria visione della vita e raccoglie la sfida di far dialogare fra loro fede e ragione, oppure vi rinuncia perché lo ritiene impossibile, sono i banchi di scuola. Gli ostacoli da superare sono, ancora una volta, la superficialità e l’ignoranza – conclude il direttore del Centro di ricerca Disf – . E questo obiettivo, ne siamo persuasi, accomuna tutti, credenti e non credenti, umanisti e scienziati».