Attualità

Torture in questura. Il questore di Verona: «Fatti gravi, reazione ferma e trasparente»

Vincenzo R. Spagnolo mercoledì 7 giugno 2023

Roberto Massucci

«Per me è una giornata di sofferenza, perché i fatti contestati sono gravi. Ma il modo in cui abbiamo affrontato la situazione testimonia la nostra volontà di andare fino in fondo. Le indagini ce le siamo fatte noi, le hanno fatte poliziotti su altri poliziotti, andando a indagare su presunti comportamenti violenti. Non è stato semplice, anzi è stato difficile. Ma il nostro approccio riafferma i principi di trasparenza e di non reticenza che sono patrimonio della nostra amministrazione. Non consentiamo a nessuno, neppure a noi stessi, di macchiare la reputazione della Polizia di Stato». Non sono momenti lievi per il questore di Verona Roberto Massucci: da quando si è diffusa la notizia dell’inchiesta, i cronisti lo cercano a ripetizione. E lui non si sottrae, né si trincera nel silenzio, in linea con l’auspicio del capo della Polizia Vittorio Pisani, che ha chiesto di affrontare il frangente «con la dignità e la compostezza di sempre ». Romano, classe 1967, Massucci si è fatto le ossa gestendo situazioni complicate di ordine pubblico e di sicurezza. Nel palazzo di Lungadige Antonio Galtarossa, dove ha sede la Questura veronese, è arrivato ad aprile, in un doppio avvicendamento che ha riguardato l’uscente Ivana Petricca e il vicario Guglielmo Toscano, rimpiazzato da Girolamo Lacquaniti. Un cambio della guardia deciso ai piani alti del Viminale, mentre gli accertamenti sulle malefatte del gruppetto delle Volanti erano alle battute finali: «Questa vicenda la sento sulla pelle come un fatto doloroso ragiona il questore -. Ai cittadini dico solo che, a fronte dei 7 episodi che abbiamo accertato, ci sono centinaia di casi di poliziotti che rispettano il giuramento. E che, se le responsabilità emerse dovessero trovare conferma in sede processuale, saranno perseguite con la massima determinazione».

Come avete fatto venire a galla abusi e violenze?

Con un’indagine svolta completamente dall'interno e durata diversi mesi, che aveva lo scopo di accertare comportamenti non legittimi.

Il Gip, nell’ordinanza di custodia per i 5 arrestati, menziona «l’encomiabile efficienza e sollecitudine» nelle investigazioni. Non avete fatto sconti a nessuno?
No. Abbiamo messo a disposizione dell’autorità giudiziaria tutti gli elementi di prova oggettivi da noi raccolti. Contestualmente, abbiamo preso alcune decisioni sul piano interno.

Si riferisce ai 23 agenti trasferiti d’ufficio? Un immediato colpo di ramazza?
Tutti quelli che a vario titolo potevano essere coinvolti sono stati spostati dalle Volanti.

Lo avete fatto per spezzare quel malinteso senso di colleganza che può portare a “coperture” e silenzi?
Sì. Non appena si sono chiuse le indagini, abbiamo trasferito ad altri uffici più burocratici diversi agenti sospettati di non aver impedito o anche solo di non aver denunciato i presunti abusi commessi da colleghi.

Lei ha intenzione di rendere la questura una “casa di vetro”. Come?
Ho avviato le procedure e il confronto coi sindacati per installare un sistema di riprese interne, che garantisca la massima trasparenza in tutte le fasi della gestione delle persone fermate. Ma non è un percorso legato a questa indagine: lo avevo già avviato come questore a Livorno e l’ho fatto pure qui, perché sono convinto che il valore della trasparenza vada oltre i casi negativi come questo.