Famiglie numerose. Italia, la “sfida” del terzo figlio e il pressing sul governo
Alfredo Caltabiano e la moglie Claudia, nuova coppia eletta alla presidenza dell’Anfn, insieme ai loro sei figli
Tre giovani che sorreggono un’Italia vecchia e ammalata: è l’immagine scelta da Rachele (in arte Tartitarta) - giovane designer toscana - per accompagnare la nuova campagna di Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose in Italia.
«Diciotto anni fa, per la prima volta, chiedemmo al governo interventi di politica familiare strutturali, perché li ritenevamo unica soluzione possibile per provare a frenare l’inverno demografico. Oggi in molti sembrano essersi resi conto della gravità del fenomeno. Ogni anno nascono, in media, 20mila bambini in meno rispetto all’anno precedente: di questo passo quanto ancora potrà reggere l’attuale modello di welfare?» si chiede Alfredo Caltabiano. Lui e la moglie Claudia sono stati eletti nuova coppia presidente di Anfn, in occasione dell’assemblea nazionale associativa che si chiude oggi ad Ascea Marina (Salerno).
Tutto è perduto? Una soluzione, osserva il nuovo leader della Famiglie numerose, forse ancora c’è ed è quella di «rendere “appetibile” il terzo figlio». Lucida l’analisi di Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità, nel suo videomessaggio inviato ai 700 partecipanti all’assemblea Anfn e che rappresenta di fatto la sua prima uscita pubblica: la scelta di una coppia di mettere al mondo uno o più figli è confinata a scelta privata. Ed invece è orientata al bene comune.
Perché «una Italia senza giovani è una Italia senza idee, senza le migliori energie, capaci di guardare il futuro». Un Paese che non genera futuro ha poi problemi, ad esempio, a pagare le pensioni, ad assicurare solidarietà tra generazioni. Di qui l’utilità di investire sulla famiglia, «da inserire tra le priorità dell’agenda politica». Sull’assegno unico, «bene la riforma strutturale dell’assegno unico, ma va riformulato, perché così com’è penalizza le famiglie numerose». Affinché le donne siano davvero libere di essere madri – ha concluso Roccella – occorre «riannodare quella rete di sostegno una volta affidata alla sola parentela».
Non c’è solo l’assegno unico nella piattaforma Anfn. «Chiediamo il riconoscimento di un anno di contributi figurativi da riconoscere per ogni figlio messo al mondo». E poi, serve «una profonda revisione dell’Isee, peraltro da utilizzare solo per le politiche assistenziali».
Ancora: «Un fisco a misura di famiglia: nel nostro sistema fiscale non esiste alcun meccanismo che riconosca l’equità orizzontale, ossia che consideri quante persone vivono sul reddito che viene tassato». Dal 2005 Anfn chiede la riduzione dell’Iva sui pannolini. «Chiederemo un impegno del governo nella diffusione del network Comuni amici della famiglia. Il rilancio della carta famiglia, scaduta a dicembre del 2021, da riempire di contenuti e convenzioni».
Infine, un vecchio cavallo di battaglia dell’associazione: la campagna “Un figlio un voto”, ovvero il riconoscimento del diritto di voto ai minori per delega ai genitori.
«Trasmettete il gusto della vita» è stato poi l’invito rivolto dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, che domenica si è collegato in streaming con le famiglie numerose. Zuppi ha ricordato le sue origini in una casa con tanti fratelli. «I miei genitori si erano sposati nel 1946, dunque subito dopo la guerra. Non avevamo niente in casa». Ma «non è mai mancata la speranza, né il gusto per la vita».
Da Zuppi l’invito a «non limitarsi a giocare sulla difensiva, rivendicando le giuste richieste alla politica e alla società». Soprattutto «testimoniare la bellezza di essere in tanti»: la famiglia numerosa è scuola di accoglienza, di condivisione. E la famiglia numerosa è una scelta “possibile”, di là da quanto il mainstream ci racconta.