Quel tanto che di buono c’è per la vita. È un’enciclopedia di belle idee, una raccolta degli interventi concreti adottati sul territorio per aiutare genitori e nascituri, il report dell’Osservatorio sulla famiglia dell’associazione "Il Melograno", redatto in collaborazione con il ministero delle Politiche sociali. Un progetto che, dopo aver analizzato i passi avanti delle Regioni su maternità ed infanzia, unisce 269 buone pratiche dei territori in un database ad accesso libero che possa ispirarne delle altre."Mille cicogne", "Il Fiocco", "Pappe e non solo", ma anche "La coperta di Linus" e "Baby Pit Stop". I progetti hanno nomi divertenti, ma al centro c’è sempre una mamma col suo bebé. A Piacenza, ad esempio, il progetto "Avventura nascita" nel 2010 ha aiutato oltre mille genitori con sostegni economici, psicologici e medici sia in gestazione che nel primo anno di vita del bambino. Così anche in provincia di Firenze, a Rignano sull’Arno, ormai da dieci anni le donne vengono accompagnate al parto con incontri formativi e aiutate economicamente, con il kit della maternità, fino al compimento del terzo anno di vita del bimbo. In Friuli, poi, l’iniziativa "Benvenuti triestini" fino ad oggi ha coinvolto 1.280 neonati, coprendo le spese sostenute dalla famiglia dalla gravidanza al primo anno di vita. Ma le buone pratiche sono tante anche nel resto d’Italia, soprattutto nelle cittadine sotto i 50mila abitanti, con in testa Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, seguite da Trentino, Toscana e Umbria.E se i Comuni si ingegnano, anche molte Regioni non restano con le mani in mano. Essere mamma è più facile al Nord, comunque. Le iniziative in favore della vita nascente, infatti, nella maggior parte dei casi hanno budget a sei zeri nel settentrione e massimo di cinque altrove, con le uniche eccezioni in Puglia, Marche e Sardegna. Solo queste tre realtà eguagliano lo stanziamento di 5 milioni di euro per le madri in difficoltà della Lombardia (Fondo Nasko). A balzare agli occhi è soprattutto il caso marchigiano; nella terra d’origine di Leopardi nel 2010 sono stati impiegati 6 milioni di euro a supporto della genitorialità e altri 2 milioni per potenziare i consultori con progetti di aiuto alle future mamme. La Puglia punta invece sulla "Prima dote", un dono di 2.400 euro per tutti i bebé che vengono al mondo (l’investimento complessivo è di 5 milioni di euro); in più per le mamme lavoratrici con figli sotto i 3 anni, un milione di euro per conciliare casa e ufficio. Anche la Sardegna guarda ai sui nuovi nati con un fondo da 3 milioni di euro per la genitorialità e con "Ore preziose", un assegno di 250 euro al mese a figlio. Il Nord, invece, vede la Lombardia in testa, seguita dal Piemonte in cui vengono stanziati ogni anno quasi 2 milioni di euro da destinare ai nascituri e parallelamente vi sono 58 progetti per il sostegno economico delle ragazze madri. In Valle D’Aosta, come in Friuli, inoltre c’è un bonus per le neomamme con reddito Isee sotto 30mila euro. Originale è poi il progetto avviato lo scorso anno nella piccola regione al confine con la Francia, il servizio "tata familiare" che aiuta, tramite voucher, le mamme nella cura dei figli fino a 36 mesi. Scendendo ancora lungo lo Stivale, il Lazio ha stanziato 7 milioni di euro per un bonus nuovi nati da 500 euro. In Toscana, infine, la maggior parte degli interventi tendono a prevenire l’abbandono alla nascita e il sostegno alle madri in difficoltà, come l’ultimo "Mamma segreta", che partito in via sperimentale a Prato dal 2005 oggi copre l’intero territorio toscano.Famiglie numerose, asili nido, prestito d’onore, conciliazione famiglia-lavoro. Le Regioni si muovono anche in queste direzioni, prevedendo sostegni diretti per le famiglie con più di quattro figli, voucher o sconti per servizi alla prima infanzia e accesso agevolato al microcredito per risolvere emergenze momentanee. Nel panorama degli interventi non vi è tuttavia la tradizionale contrapposizione Nord-Sud, con importanti piani in regioni come Basilicata, Molise, Marche, Sardegna così come in Lombardia, Trentino e Veneto. Il primato, anche in questo caso, va alla terra ambrosiana che ha predisposto un Piano famiglia da 17 milioni di euro. Non si discosta molto anche la piccola Basilicata che lo scorso anno ha speso oltre 14 milioni per un programma in cui la fa da padrone il settore infanzia, o il Molise che ne ha riservati quasi 8 alle famiglie con minori.