Figli. Bonetti: «L'assegno unico è un debito buono. Proporrò l'aumento degli importi»
Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità e la Famiglia
«La prima buona notizia, me lo lasci dire, è che il traguardo per l’assegno unico universale si avvicina. Abbiamo finalmente una data, quella del 30 marzo, in cui in Senato ci sarà il voto finale sul provvedimento, che poi è il primo pezzo del Family act, nato da una proposta di Italia Viva poi accolta dal precedente governo, che diventerà legge dello Stato. È una riforma che il Paese attende da anni e arriva in un momento in cui è ulteriormente necessaria per sostenere le famiglie italiane e aiutarle a progettare la ripartenza dopo la drammatica crisi causata dalla pandemia...».
In questi mesi Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e per la Famiglia, ha professato un saldo "ottimismo della volontà", dicendosi convinta del fatto che entro il primo luglio l’attesa misura sarebbe diventata effettiva. Lo è ancora, anzi rilancia. «Ho riscontrato nel presidente del Consiglio Mario Draghi una profonda sensibilità sul tema delle nuove generazioni e delle politiche sociali e familiari, da lui esplicitata nel discorso programmatico alle Camere», ragiona la ministra nel colloquio con Avvenire. Sulle cifre precise non si sbilancia ancora, ma annuncia una novità non da poco: «Ho proposto che le simulazioni finora effettuate sugli importi e sulla copertura del provvedimento siano riviste al rialzo. Sono convinta che vadano considerate le difficoltà economiche che le famiglie stanno vivendo. Non si tratta di costi, ma di investimenti. È "debito buono", se mi passa l’espressione, verso le nuove generazioni».
Intanto l’assegno sarà «universale» proprio perché spetterà a tutti, no?
Già, sarà previsto per tutti i bambini, dai neonati fino ai 21 anni di età. E dal terzo figlio in poi sarà maggiorato, per sostenere le famiglie più numerose. Inoltre per i figli disabili non c’è limite di età. Mentre per i ragazzi sopra i 21 anni il Family act prevede comunque sostegni economici allo studio e al raggiungimento dell’autonomia lavorativa e abitativa. Insomma, voglio ribadirlo, l’assegno non è uno strumento assistenziale, ma per le politiche familiari.
Secondo le ultime simulazioni, gli importi dovrebbero andare da 50-100 fino a 250 euro al mese per ciascun figlio, in base all’Isee familiare. Sarà effettivamente così?
Guardi, come governo proprio adesso siamo nella fase di revisione di tutte le simulazioni, anche alla luce della situazione economica e di disagio sociale provocata dalla pandemia. Dobbiamo ragionare su una quantificazione dell’importo che possa consentire alle famiglie italiane di ripartire nei prossimi mesi, grazie a uno strumento che vuole aiutarle nella progettazione economica ed educativa.
Quindi le cifre non sono ancora cristallizzate?
No, saranno definite stabilmente, insieme alla gradualità, nei decreti attuativi. Il mio impegno politico, e la mia proposta, è che negli investimenti prioritari per far ripartire il Paese vadano incluse le politiche familiari e che dunque che vadano investite più risorse sull’assegno, al di là dei primi conti fatti.
Riconsiderate al rialzo, chiaramente...
Se dovremo fare scelte ulteriori di investimento nelle politiche sociali, io ritengo che l’assegno unico universale sia il primo strumento da rinforzare per sostenere le famiglie, piuttosto che altri come il Reddito di cittadinanza e quello d’emergenza, che non tengono conto adeguatamente del numero dei figli. Non si tratta di un sussidio, ma di una misura "proattiva" che potrà innescare investimenti e progettualità dei genitori in favore delle nuove generazioni.
Di conseguenza, anche il plafond di 20 miliardi di euro per le coperture, finora ipotizzato, potrebbe essere irrobustito?
Come dicevo, quelle risorse erano state quantificate in una prima fase. Ora, stante la drammatica emergenza che vive il Paese, ho proposto che vengano rivalutate: se dovessero servire, anche in via straordinaria, più risorse, dovremo essere capaci di trovarle.
Non teme tuttavia che un ulteriore confronto interno al governo su coperture e importi possa mettere a rischio il varo dei decreti attuativi entro il fatidico primo luglio?
Insieme agli altri ministeri interessati, Lavoro e Mef, siamo costantemente in contatto. Le posso assicurare che c’è un lavoro tenace di tutto il governo per mantenere l’impegno assunto davanti ai cittadini.
E dopo l’assegno unico? Arriveranno altre misure a sostegno delle famiglie e della natalità?
Ora stiamo accelerando su questo, ma ovviamente l’assegno da solo non basta. In commissione alla Camera c’è l’intero provvedimento del Family act. C’è da investire sul lavoro femminile, tema che il presidente Draghi ha inserito come priorità nell’agenda di governo, come su asili nido, sostegni per il lavoro domestico e per il baby sitting, congedi parentali paritari per tutti i lavoratori. E ancora sulle politiche educative, a partire dalla prima infanzia. È in gioco il futuro del Paese, ed è tutto nelle nuove generazioni.