Alla fine il gruppo è scomparso. Non si sa se chiuso da Facebook oppure direttamente da chi lo aveva architettato, magari per paura delle conseguenze, dopo una improvvisa notorietà: non c'è più il gruppo «Giochiamo al bersaglio con i bambini down», che contava attorno oltre 1000 iscritti (anche se molti si erano iscritti per manifestare il loro disgusto). Il gruppo era attivo da qualche giorno e ovviamente ha subito richiamato l’attenzione di genitori e di familiari di persone disabili che attraverso il passaparola del social network hanno immediatamente attivato la procedura che prevede la segnalazione di un gruppo che incita alla violenza. Un gruppo contro i bambini down, definiti un "inutile peso", "parassiti" con cui "giocare al tiro al bersaglio". E la foto di un neonato con la parola 'scemò scritta sulla fronte. . Pagine contro cui il popolo di internet si era subito mobilitato, con petizioni on line e nuovi gruppi.Deliranti e ripugnanti i proclami contri i bimbi down che si leggono su Facebook: «È così difficile da accettare questa malattia... perchè dovremmo convivere con questi ignobili creature... conquesti stupidi esseri buoni a nulla? I bambini down sono solo un peso per la nostra società. Dunque cosa fare per risolvere il problema? Come liberarci di queste creature in maniera civile? - Ebbene si signori... io ho trovato la soluzione: Esso consiste nell'usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio. Una soluzione facile e divertente per liberarci di queste immonde creature». E ancora: «Per non farli soffrire oltre questa è l'unica fine che meritano questi parassiti».
Il ministro.«L'istigazione a delinquere, dovunque avvenga e in qualsiasi forma avvenga, è un reato e verrà persequito». Così il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, a proposito del gruppo contro i bambini down nato su Facebook. Carfagna giudica «inaccettabile, indegno di persone civile e pericoloso» il gruppo nato su Facebook e assicura che «i responsabili saranno individuati e denunciati e la Polizia postale sta facendo il massimo».