Attualità

TUTELARE IL SACRO. Le Fabbricerie oggi: «botteghe artigiane» di fede e bellezza

Paola Scarsi giovedì 3 novembre 2011
Si tiene oggi a Pisa l’assemblea dell’Afi - Associazione delle Fabbricerie italiane: i lavori saranno aperti dall’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto. Un appuntamento importante per questo organismo senza scopo di lucro, costituitosi da pochi anni: grazie all’operato degli organismi che vi aderiscono sono giunti integri sino a noi edifici di inestimabile valore storico, architettonico e spirituale. Tra gli altri, sono da citare l’Opera di Santa Croce di Firenze, la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, l’Opera del Duomo di Orvieto, l’Opera della Metropolitana di Siena, la Fabbriceria della Sagrestia della Cattedrale di Todi, la Fabbriceria della Chiesa Cattedrale di Pienza, l’Opera della Primaziale Pisana, la Procuratoria di San Marco di Venezia. Custodi del bello e della fede: così si possono definire oggi le Fabbricerie. «Per lungo tempo – spiega il presidente dell’Afi, Pierfrancesco Pacini – una delle questioni più dibattute ha riguardato la loro natura giuridica, a partire dalla nomina dei 7 amministratori: 2 nominati dal vescovo e 5 dal ministero degli Interni (un tempo ministero Grazia, Giustizia e Culti) "sentito" il parere del vescovo». Le Fabbricerie non hanno lo status di enti ecclesiastici, ma di diritto privato, come ha stabilito il Consiglio di Stato. «Costituirci in associazione – prosegue Pacini – ha significato creare una sede comune ove approfondire e condividere le esperienze, dibattere i problemi anche tecnici legati alla gestione e alla manutenzione, alle attività di fund raising. I rapporti con le maestranze sono stati i primi a essere affrontati: le Fabbricerie continuano a essere delle botteghe artigiane e ancor oggi la formazione di chi vi lavora, dallo scalpellino allo staff di sorveglianza, viene creata internamente». «A Pisa – spiega Pacini, che è anche presidente dell’Opera Primaziale della città toscana – oltre agli scalpellini ci sono artigiani abilissimi che hanno restaurato il più grande ciclo di affreschi medioevali del mondo: questa squadra di restauratori è un patrimonio dal valore inestimabile». La Fabbrica del Duomo di Milano possiede una cava di marmo in Val d’Ossola i cui cavatori sono specializzati e "cresciuti" all’interno della Fabbriceria. Pur in presenza di esperienze lavorative assai peculiari non era possibile però che i circa mille dipendenti fossero inquadrati con undici contratti differenti, dagli edili al commercio, agli enti locali. Il presidente Pacini è quindi orgoglioso per la definizione, raggiunta con le sigle sindacali, di un contratto unico nazionale che inquadra questa particolare categoria di lavoratori. «Un altro successo dell’Afi – aggiunge Pacini – è stato l’internazionalizzazione delle esperienze, attraverso il confronto con i referenti delle grandi cattedrali europee. Il convegno "Cattedrali europee. Esperienze di gestione a confronto", tenutosi quest’anno a Pisa, ha rappresentato un’opportunità per un confronto di ampio respiro sulle problematiche relative alla gestione di queste grandi cattedrali». All’appuntamento, hanno preso parte i rappresentanti di 17 tra le più importanti e significative cattedrali europee; tra le altre, la basilica della Sagrada Familia di Barcellona, la cattedrale di Santiago di Compostela, Notre Dame di Parigi, la cattedrale di Saint-Paul e l’abbazia di Westminster di Londra e il duomo di Colonia. All’ordine del giorno dell’assemblea di oggi, invece, ci sarà anche il tema del reperimento dei fondi necessari al lavoro pressoché perpetuo delle Fabbricerie: mantenere integri edifici così monumentali significa effettuare approfonditi controlli periodici, intervenire tempestivamente, utilizzare tecnologie antiche o adattare quelle moderne a strutture antiche. La maggior parte dei fondi proviene dall’amministrazione del patrimonio composto da donazioni, elargizioni, lasciti nonché beni acquistati nel corso dei secoli. «Non dimentichiamo – dice ancora Pacini – che la costituzione di alcune Fabbricerie risale al 1200. Ma in alcuni casi la gestione del patrimonio non è più sufficiente. Stiamo così moltiplicando le iniziative volte alla raccolta fondi: rassegne musicali, mostre, concerti, conferenze, persino concorsi per compositori di musica sacra. Vogliamo anche creare dei percorsi di turismo religioso, che possano essere di supporto anche economico alle Fabbricerie più piccole, quelle in cui i fabbriceri deputati intervengono direttamente: sono fabbri, architetti, geometri, avvocati e ciascuno di essi fornisce la propria opera secondo le competenze di cui è in possesso».«In generale – conclude Pacini – attraverso l’operato dell’Associazione vogliamo dare ulteriore splendore e ritornare al concetto fondamentale della cattedrale come centro logistico, religioso, civile, sociale ed economico».