E i contenuti? «Ora tocca ai Paesi partecipanti. Ognuno presenterà la propria declinazione del tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Sabato prossimo a Milano, si terrà il convegno "Le idee di Expo 2015 - Verso la Carta di Milano", il documento sulla sostenibilità alimentare e contro la fame nel mondo che verrà sottoscritto da tutti».A 90 giorni dall’inaugurazione, il commissario unico Giuseppe Sala, è ottimista sull’esito della sfida cui è chiamata l’Italia. Dopo gli scandali giudiziari, i ritardi per le querelle politiche e i tagli per la crisi economica, il manager, milanese "doc", 58 anni, guida i lavori "nei cantieri del cantiere" dove più di tremila uomini lavorano ininterrottamente giorno e notte, sabato e domenica, per costruire più di 80 padiglioni. Una fatica immane, ma di una cosa è certo: arriveremo in tempo al 1° maggio. Una sfida vinta che lo porrebbe in pole position anche per altre esperienze. Magari di tipo politico amministrativo. E che Sala non esclude.Ma adesso la sfida più grande, è quella del tema, quel «Nutrire il pianeta. Energia per la Vita» che ha fatto vincere l’Italia e Milano, sulla turca Smirne, nel 2008.
E qui a che punto siamo?Sabato prossimo ci sarà l’evento promosso dal ministero delle Politiche agricole, al quale parteciperà anche il presidente del consiglio, Matteo Renzi e sarà trasmesso anche un videomessaggio di papa Francesco. Ma a parte questo avvio di dibattito, il Padiglione Italia sulla declinazione del tema dell’Expo non ha ancora deciso. Ed è importante ed urgente che si faccia. Nel Padiglione Italia abbiamo la Vucciria di Palermo e il mercato di Canal Grande a Venezia e quello di Roma. Ma non bastano. Serve invece capire che tipo di messaggio l’Italia vuole inviare sul tema dell’Esposizione. Quale è il suo contributo specifico. Perché ancora oggi non è molto chiaro.
E gli altri Paesi?Alcuni hanno una rappresentazione molto precisa del tema all’interno del proprio padiglione. Israele punta sull’idrocultura e le "vertical farm" per accendere i riflettori sulla scarsità di acqua; la Svizzera, con l’allegoria dei suoi quattro silos di prodotti alimentari che potranno essere presi dai visitatori, ma che non saranno ricaricati nel corso dei sei mesi, per mettere l’accento sulla scarsità di cibo. Da noi questo tema non è ancora chiaro. E noi abbiamo una responsabilità in più perché siamo il padiglione del Paese ospitante. E non possiamo limitarci a un elenco di pur importanti eccellenze alimentari.
Ma il messaggio dell’Italia non passerà anche da altro?È vero, dal Padiglione zero (il primo che si troverà all’ingresso) e da altri spazi espositivi. Ma dal padiglione italiano ci passeranno tutti: i visitatori dovranno fare una scelta e il sito del Paese ospitante è sempre il più visitato.
È l’appello del patron di "Slow Food", Carlo Petrini...Lui la chiama "anima" ma possiamo chiamarlo anche pensiero politico. Il dibattito cioè che converge su tematiche per le quali è importante dare un ordine al pensiero prevalente. Dire se si è contrari o a favore degli Ogm, ad esempio, è un pensiero politico. Qual è il messaggio che il governo vuol far passare? Ecco, è questo che dovrebbe trovare la sua rappresentazione del padiglione che ci rappresenta.
Non dovrebbe arrivare dal convegno di sabato a Milano?L’appuntamento di sabato è l’avvio del percorso che durerà fino alla fine di Expo. Quarantadue tavoli di lavoro cui siederanno rappresentanti delle istituzioni, esponenti del mondo accademico, della realtà imprenditoriale, della società civile e delle rappresentanze associative nazionali più rilevanti. Sabato si comincerà a delineare il primo testo che sarà condiviso con i Paesi partecipanti e poi lo scopo finale è quello di consegnare il documento a Ban Ki Moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, il 16 ottobre quando sarà in visita a Milano. Sarà un lavoro
in itinere, di scambi di idee, esperienze e obiettivi.
E poi c’è anche il protocollo della Fondazione Barilla.Barilla ha fatto un lavoro pregevole ma non è detto che alla fine sia condiviso da tutti. Il loro lavoro può essere uno dei contributi ma non certo quello dominante. Noi, come Expo spa, abbiamo organizzato il laboratorio con la Fondazione Feltrinelli curato da Salvatore Veca e daremo anche il nostro contributo per rendere più facile la relazione con i Paesi. Ma questi sono solo alcuni elementi che entreranno a far parte del dibattito.
Milano allora come Kyoto?Expo è una grande occasione per rendere Milano protagonista con un nuovo protocollo per il diritto all’alimentazione.
Il capoluogo lombardo sulla scena mondiale...Intanto nel semestre dell’esposizione universale sono attesi venti milioni di visitatori. Abbiamo già venduto 8 milioni di biglietti e per il
New York Times Milano è la destinazione numero uno del 2015.
Milano ha imparato a conoscerla bene. E qualcuno parla di lei come un possibile candidato nella corsa a sindaco del 2016.Adesso concentriamoci su Expo.
Però non lo esclude?Deciderò ad agosto.