Elezioni europee. E con l'I-voting si sconfigge l'astensione
L’apertura al voto elettronico, fatto attraverso dispositivi “mobile” (smartphone e tablet) avrebbe contrastato efficacemente quello che gli esperti hanno già indicato come il grande trionfatore delle elezioni europee, ovvero il fenomeno dell’astensione. Di tutto questo è sicura la società di consulenza Capgemini Italia, che ha presentato i dati di un suo studio realizzato tra il 10 e il 14 maggio, condotto proprio su questo futuro scenario. I dati della ricerca, che ha coinvolto 1.000 persone su tutto il territorio nazionale, evidenziano che la possibilità di votare con i dispositivi mobili incrementerebbe la percentuale dei votanti dal 71% all’85%, diminuendo quella dei non-votanti dal 21% al 9% e degli indecisi dall’8% al 6%. Alla domanda sull’intenzione di recarsi alle urne per votare alle imminenti elezioni europee, l’indagine rivela che il 71% degli italiani esprime un parere positivo, un dato di molto superiore all’affluenza registrata alle europee del 2009, che in Italia è stata del 65%, e pari all’affluenza del 2004, che fu del 71,4%. Si attesterebbe al 21% invece il dato dei non-votanti e all’8% quello degli indecisi. "La soglia dei votanti italiani dal 71% salirebbe all’85%, qualora fosse possibile votare online, è sicuramente un dato tanto sorprendente quanto incoraggiante per poter riavvicinare i cittadini alla politica", spiega Maurizio Mondani, amministratore delegato di Capgemini Italia, che aggiunge come "a rafforzare questa propensione verso la tecnologia mobile è un ulteriore dato: di questo 85%, il 54% prediligerebbe comunque votare online piuttosto che recarsi alle urne".Ovviamente, sempre secondo Capgemini, i più propensi all’i-voting sono gli appartenenti alla generazione Y, ovvero coloro che hanno tra i 14 e 34 anni. Le ragazze si dimostrano poi più inclini dei ragazzi, raggiungendo quasi i 2/3 del campione. E il concetto di i-Voting non è una novità per l’Europa, in Estonia è già stato usato per ben sei volte.