Il caso. Migranti, la Croazia: visita degli eurodeputati del Pd è "una provocazione"
"Siamo al campo di Lipa e questo è ciò che abbiamo davanti: freddo, neve, centinaia di persone accampate e in attesa di risposte. Una situazione disumana, davanti alla quale noi europei non possiamo stare a guardare". Lo scrive su Facebook Brando Benifei, capodelegazione degli europarlamenti del Pd che sabato 30 gennaio sono riusciti a entrare in Bosnia per visitare il campo profughi dopo essere rimasti bloccati diverse ore dalla polizia alla frontiera in Croazia.
La visita sabato scorso degli eurodeputati italiani del Pd al confine tra Croazia e Bosnia per verificare le condizioni di vita dei migranti nei campi profughi a Bihac "non era altro che una ennesima provocazione contro la polizia croata" e un "tentativo di screditare la reputazione" del Paese.
Sconcertano le affermazioni del ministro degli Interni croato, Davor Bozinovic, che ha risposto così ai cronisti che oggi gli chiedevano conto dei perché i quattro eurodeputati fossero stati bloccati a circa 150 metri dal confine con la Bosnia, circostanza documentata sabato pomeriggio da video e foto raccolti dal nostro inviato Nello Scavo (LEGGI QUI).
Secondo la polizia croata i quattro europarlamentari - Pietro Bartolo, Alessandro Moretti, Pier Francesco Majorino e Brando Benefei - non si sono presentati a un valico di confine regolare, ma avrebbero tentato di attraversare la frontiera in uno dei punti usati dai migranti per entrare in Europa attraverso la Croazia. "A cosa servono i valichi di confine se ci sono persone che si permettono di entrare e uscire dagli Stati percorrendo boschi e fiumi", ha spiegato Bozinovic, secondo il quale nessuno dei quattro aveva un permesso "poiché non esiste la possibilità di rilasciare permessi per attraversare i confini in modo illegale".
La Croazia ha annunciato che si rivolgerà all'Europarlamento e la polizia croata ha aperto anche un'inchiesta.
Sabato sera comunque la delegazione è arrivata a Bihac, in Bosnia.
"Sorpresi" dalle parole del ministro Bozinovic si dicono invece i quattro eurodeputati: "Ci aspettavamo delle scuse per averci
impedito di fare il nostro lavoro, non delle false accuse. Possediamo foto, audio e video che provano che siamo stati fermati quando ancora lontani dal confine, per impedire la nostra ispezione. Abbiamo informato le autorità croate della nostra visita con adeguato anticipo e assicurando il rispetto delle regole vigenti".
In ogni caso, oggi la delegazione è riuscita a raggiungere il campo profughi di Lipa, all'estremo nordovest della Bosnia-Erzegovina a ridosso della frontiera croata, con i volontari della Croce Rossa. "L'Unione europea deve intervenire per mettere fine a questra tragedia umanitaria. Migliaia di persone, donne e bambini compresi, sono da settimane bloccati al gelo in un campo di fortuna", hanno scritto i quattro eurodeputati in una nota. Le tende sono poco riscaldate, l'acqua è scarsa e i servizi igienici limitati di numero. "Non consentiremo che si faccia finta di niente perché il nostro dovere è anche quello di stare dalla parte degli ultimi.
L'Europa non può consentire un simile trattamento contrario ai valori di umanità su cui dovrebbe fondarsi la nostra Unione", concludono gli europarlamentari.