Referendum. Le Borse europee tengono, in ribasso le asiatiche
Mercati europei all'insegna della volatilità. Vendite sui titoli di Stato dei paesi euro e listini azionari tonici ad eccezione di Milano che tuttavia azzera la flessione iniziale di oltre il 2%. L'esito del referendum costituzionale era già stato scontato dai mercati. E nonostante le dimissioni del premier Matteo Renzi gli investitori non credono al momento alle elezioni anticipate. Nelle sale operative la convinzione è che verrà formato un nuovo governo con la stessa maggioranza che ha sostenuto Renzi.
L'effetto referendum tuttavia si fa sentire sul settore bancario con ribassi generalizzati e consistenti in tutta Europa. Francoforte corre con il Dax che avanza del 2% ma Deutsche bank eCommerz viaggiano in territorio negativo. Bene anche Parigi con l'indice Cac-40 che avanza dell'1,43% e Madrid con l'Ibex 35 in rialzo dell'1,19%. Meno tonica Londra con il Ftse 100 in progresso dello 0,80%.In territorio positivo anche Milano con il Ftse Mib che avanza dello 0,24% nonostante la zavorra dei bancari. A guidare i ribassi UniCredit con un calo del 3,65%, Poi Bpm -2% e Banco Popolare -1,25%. Volatile Mps che in avvio accusava un tonfo del 7,50% per poi invertire rotta e tornare a ridosso dei 20 euro(+0,90%). Le vendite caratterizzano il mercato dei titoli di Stato dei paesi euro. Il rendimento del Btp 10 anni torna al 2% ma lo spread sul Bund risulta poco mosso per effetto.
Inizio di settimana in rosso per le Borse asiatiche che invece hanno risentito in maniera maggiore delle dimissioni del premier Renzi e delle parole di Donald Trump all'indirizzo della Cina accusando Pechino di manipolazione dei cambi. Dopo l'annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi l'euro scivola ai minimi degli ultimi 20 mesi, poco sopra quota 1,05 sul dollaro. Peggio di quanto accadde subito dopo lo shock della Brexit, sottolineano gli analisti.