«La tua vita non vale più niente». Di fronte all’ennesima minaccia - corredata dalla stella a cinque punte delle Br - Stefano Esposito ha dovuto accettare la scorta. «Me l’hanno imposta una decina di giorni fa, dopo che l’avevo rifiutata per cinque volte». E mentre lo racconta, si capisce che il senatore torinese del Pd non indietreggerà: «Ho detto che la polizia fa bene a manganellare i No Tav. E lo ribadisco».
Vivere sotto scorta: c’è più paura o più rabbia?Rabbia. Io combatto per la legalità e vengo "ingabbiato" - anche se gli agenti che mi proteggono sono ragazzi eccezionali, come tutti quelli che lavorano in valle di Susa - mentre chi lancia le molotov gira indisturbato.
Come l’hanno presa i suoi famigliari?Mia moglie è preoccupata, mi chiede "Stefano, chi te lo fa fare?".
Cosa le risponde? Che credo nelle battaglie che combatto, non sono mai stato un impiegato della politica.
L’hanno accusata di essere a libro paga della Cmc, una delle società che realizzeranno il tunnel.Falsità. Lanciano queste accuse via web, sputtanano e si nascondono. È la tecnica di infangare l’avversario se non hai gli strumenti per batterlo. Hanno accusato mio padre di essere proprietario di terreni sul tracciato dell’opera; ma mio padre, che è venuto da Napoli nel 1967 per fare il bidello, non possiede neanche la casa in cui vive. Infine mi accusano di prendere mazzette da Finmeccanica perché mi schiero per gli F35...Ma dai!
Manganelli e aerei da guerra non sono proprio l’armamentario di un uomo di sinistra...L’accusa di essere un "destro" è la stessa che lanciavano al compianto Carpanini. Il problema è che la sinistra ha delegato alla destra tante battaglie - come quella della legalità - che fanno parte della propria cultura e chi le combatte viene tacciato di essere fuori linea. Un uomo di sinistra non giustificherebbe mai la repressione di un corteo pacifico ma se un gruppo di delinquenti armati di tutto punto assalta i poliziotti e questi reagiscono manganellandoli, io sto con le forze dell’ordine. Gli errori commessi negli anni scorsi sulla Tav derivano al contrario dalla convinzione che la sinistra debba lisciare il pelo a qualsiasi opposizione sociale: io credo che si debba avere il coraggio di andare controcorrente per creare sviluppo, ricchezza e lavoro. Tant’è vero che, da quando abbiamo ripreso il nostro ruolo nella partita dell’alta velocità il centrodestra è sparito dalla scena.