Bolzano. Esplosione in fabbrica: 6 operai feriti. Il vescovo: «Sicurezza, una priorità»
Lo squarcio provocato dall'esplosione alla Aluminium di Bolzano
È di sei feriti, di cui quattro gravi (uno in pericolo di vita), il bilancio del gravissimo incidente avvenuto, stanotte, nello stabilimento della ditta Aluminium di Bolzano, realtà con 130 dipendenti attiva nella produzione di estrusi in leghe dure di alluminio. I sei lavoratori sono tutti stranieri. In uno dei locali destinati alla fusione dell'alluminio, si è verificata un'esplosione seguita da un incendio, che ha investito in pieno i sei lavoratori, come ha raccontato agli inquirenti un operaio rimasto incolume. «L'infortunio è avvenuto durante la fase di colatura e raffreddamento di alluminio fuso in uno stampo durante la quale si è verificata l'esplosione - spiega un comunicato della Procura di Bolzano -. Non vi sono, allo stato, ipotesi sulle cause della deflagrazione. Esse dovranno essere verificate mediante accertamenti tecnici che verranno svolti in contraddittorio, previa nomina di esperti», ribadiscono gli inquirenti. «Allo stato attuale non vi sono ancora degli indagati, dovendo gli organi accertatori ricostruire le posizioni di garanzia all'interno dello stabilimento sulla base della documentazione aziendale che è stata acquisita ad esito dei primi interventi», conclude la nota
L'area è stata posta sotto sequestro. «A seguito delle gravi ustioni riportate - si legge in una nota congiunta del Commissariato del Governo, Provincia Autonoma di Bolzano e Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bolzano - tutti i sei feriti rimasti coinvolti sono stati inizialmente trasportati all’ospedale San Maurizio di Bolzano. In seguito, quattro lavoratori sono stati trasferiti d’urgenza in cliniche specializzate: uno a Verona, due a Padova e uno a Murnau – Monaco di Baviera». «Sconcerto per l'accaduto» e «vicinanza ai lavoratori colpiti e ai loro familiari» è stata espressa dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher.
«Massima vicinanza ai lavoratori» e alle loro famiglie è espressa, in una nota, dalla Aluminium. L'azienda, inoltre, assicura «completa collaborazione per chiarire quanto accaduto».
«Profondamente colpito» dal gravissimo incidente sul lavoro, il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, «esprime vicinanza ai lavoratori feriti e ai loro familiari e invita la comunità a un momento di preghiera», si legge in una nota. «Alla preghiera - aggiunge monsignor Muser - vogliamo unire l’impegno di tutti, nei rispettivi ruoli e con le rispettive competenze, per fare in modo che la sicurezza sia sempre una priorità nelle nostre realtà lavorative. Un impegno mirato a garantire un’attenzione reciproca e una vigilanza che possano aiutare chi lavora a conservare la sua incolumità».
Per protestare contro lo stillicidio delle morti sul lavoro, i sindacati dei metalmeccanici dell'Alto Adige hanno proclamato, per lunedì, uno sciopero di otto ore alla Aluminium e di quattro ore per tutte le aziende del comparto. «La sicurezza sul lavoro deve essere messa al primo posto tra le priorità da perseguire - recita una nota di Fim, Fiom e Uilm Alto Adige -. Le aziende devono garantire la salute e la vita dei lavoratori. Non è accettabile che nel nostro Paese si continui in una tragica striscia di incidenti gravi, e mortali, senza che nulla cambi».
A poche ore di distanza dai fatti di Bolzano, un altro operaio ha perso la vita a Rivarolo Mantovano. Mirko Schirolli, 35 anni, stava lavorando nello stabilimento della SintoStamp quando un braccio è rimasto impigliato nei rulli e l'uomo è stato trascinato finendo schiacciato. A poco distanza da lui c'era anche un altro lavoratore che ha assistito alla scena e ha subito lanciato l'allarme. Il macchinario è stato sottoposto a sequestro mentre il corpo è stato restituito alla famiglia.
Infine, sono stati fissati per domani, sabato 22 giugno, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Borghetto Lodigiano, i funerali di Pierpaolo Bodini, il 18enne morto schiacciato da una seminatrice mentre la stava pulendo, ieri mattina, in un campo di Brembio, nel Lodigiano. Per l'intera giornata il Comune ha proclamato il lutto cittadino. La sua famiglia - la mamma Monica, il papà Leandro, la sorella Giulia, il nonno Sandro e la zia Carla - per annunciare i funerali hanno scelto di scrivere sul manifesto funebre una frase di William Blake che recita «Impara nella semina, insegna nel raccolto e in inverno riposa». Per non dimenticare, nemmeno per l'estremo saluto, la sua grande passione per il mondo agricolo. Per la sua morte la Procura di Lodi ha indagato il datore di lavoro, con l'ipotesi di reato di omicidio colposo.