Una rete di solidarietà e accoglienza impegnata a garantire l’accesso alle cure dei bambini gravemente malati, provenienti da ogni continente ed esclusi da qualsiasi assistenza sanitaria nei loro Paesi d’origine. È l'iniziativa promossa da Emergenza Sorrisi e altre associazioni che è stata presentata venerdì 24 maggio, a Roma, in occasione di una tavola rotonda dedicata alla chirurgia nella cooperazione sanitaria per garantire la salute fino ai confini più lontani.
Un progetto che Emergenza Sorrisi porta avanti ormai da oltre 16 anni. Per l'evento sono arrivati nella Capitale oltre 100 chirurghi plastici provenienti da tutto il mondo. «La sfida globale dello sviluppo sostenibile passa attraverso la promozione della salute quale diritto umano fondamentale, da promuovere a livello universale», ha detto Francesca Toppetti, avvocato esperto in responsabilità sanitaria, nonché direttore generale di Emergenza Sorrisi. Un impegno che coinvolge anche la Commissione europea, la quale opera per creare una Unione che garantisca la maggiore protezione possibile della salute dei cittadini, migliorando la resilienza dei sistemi sanitari europei. «Questo impegno si estende anche ai Paesi terzi caratterizzati da particolari fragilità, dove l’Ue sostiene lo sviluppo del settore sanitario e offre assistenza umanitaria in ambito sanitario ai soggetti più vulnerabili», ha affermato Massimo Pronio, responsabile comunicazione della rappresentanza in Italia della Commissione europea.
Un esempio di iniziative di assistenza e solidarietà viene proprio dal Child Care Italian Network. «Abbiamo la consapevolezza che la salute globale costituisce la frontiera su cui siamo chiamati, in Italia e in Europa, a misurarci per la sostenibilità del futuro proprio come in questi mesi il governo ha fatto con il Piano Mattei», ha sottolineato Fabio Massimo Abenavoli, chirurgo plastico e maxillo facciale, presidente di Emergenza Sorrisi, ricordando che «l'associazione Emergenza Sorrisi condivide i pilastri fondanti del piano e li mette in opera da tempo, con successo e risultati tangibili, in molti Paesi con minori risorse, puntando sulla formazione del personale sanitario locale nel quadro di missioni chirurgiche di alta specializzazione».