Tanti amici, il mondo della moda, ma non
gli stilisti. Presso la Basilica San Carlo di Milano, a due passi
dallo storico negozio in Galleria Passarella, in molti si sono
ritrovati oggi per un
ultimo saluto a Elio Fiorucci, arrivati a
rendere omaggio allo stilista scomparso lunedì anche indossando
t-shirt con le sue creazioni, dai soggetti di Love Therapy, ai famosi
angeli adottati come logo.
Le esequie sono state celebrata da un
commosso don Mazzi, amico di Fiorucci da molti anni, che lo ha
ricordato come "un poeta straordinario", sottolineando che Milano ha
ancora "bisogno di qualcuno che la faccia cantare, che le dia un
colore e un'anima".
Spiegando quanto fosse "faticoso" per lui
parlare di Elio Forucci, don Mazzi durante l'omelia si è rifugiato
tra le parole di Alda Merini e della sua poesia 'Solo una mano
d'angelò: "Milano - ha detto don Mazzi - ha bisogno che gli angeli
delle magliette di Elio si stacchino e ridipingano una città che è
diventata artificiale. Elio era un poeta strordinario - ha aggiunto -
di una grande delicatezza. Milano ha ancora bisogno di questo, di un
pò di amore in più, di un pò di colore in più, di meno personaggi
e più poeti".
A ringraziare lo stilista scomparso, c'era una
delegazione dei volontari di strada City Angels: il fondatore, Mario
Furlan, ha ricordato che la maglietta della divisa fu proprio
disegnata e donata da Fiorucci, che era vicino all'associazione e li
aveva anche stimolati a consacrare nei loro centri, dove talvolta
andava, un giorno della settimana al cibo vegetariano.
Furlan ha
quindi annunciato l'intenzione di rendere omaggio allo stilista,
intitolandogli il centro di accoglienza di via Pollini, che
diventerà quindi "Casa Fiorucci". Una petizione, e lo ha ricordato
al termine dei funerali Giusy Laganà di Fare per Bene Onlus, chiede
che a Fiorucci venga intitolata la Galleria Passarella, simbolo della
sua presenza milanese e per molti anni luogo di ritrovo per i
giovani. A raccogliere la richiesta, il vice sindaco Francesca
Balzani, presente alle esequie in rappresentanza del primo cittadino
(sia il Comune di Milano che la Regione Lombardia aveva inviato i
propri Gonfaloni), che ha definito la proposta "una bella idea".
A
rappresentare Palazzo Marino, ma spinto anche da un motivo personale
visto che il padre sarto confezionò i primi capi a etichetta
Fiorucci, c'era il presidente dell'Aula, Basilio Rizzo, che ha aperto
la strada all'esame per l'iscrizione di Fiorucci al Famedio: "deve
essere approvata dall'ufficio di presidenza che si riunirà a ottobre
- ha spiegato -. Per la sepoltura, invece, bisogna aspettare un anno
e deve essere approvata dai quattro quinti del consiglio. Poi
bigonerà vedere se la famiglia vorrà". Al momento, infatti, il
feretro dello stilista viaggia verso Sueglio, paesino sulle montagne
della provincia di Lecco, di dove erano originari i genitori.
A stringersi intorno alle figlie
presenti Ersilia e Agusta - mancava la terza in dirittura
d'arrivo con la gravidanza -, alle sorelle e il fratello e ai
numerosi nipoti, c'era dunque il mondo della moda, ma non molti
volti tra quelli dei tanti stilisti che hanno nelle ore
precedenti manifestato cordoglio, fatta eccezione per Chiara
Boni, Carlo e Ennio Capasa (Costume national) e Raffaella
Curiel; tra i presenti si sono notati anche Umberto Cairo,
Massimo e Milly Moratti, Jo Squillo, Beppe Modenese, Mario
Boselli, Afef, Vittoria Brambilla e l'ex sindaco Paolo
Pillitteri, che ha raccontato di avere di Fiorucci "un
bellissimo ricordo. Ci si vedeva spesso anche con l'assessore
Umberto Dragone - ha detto -: l'avevamo eletto punto di
riferimento perchè lui aveva la grande forza di volare sopra
le risse politiche".