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ELEZIONI. ​Bersani: subito la legge sul conflitto d'interessi Sondaggi, si riduce il distacco

venerdì 8 febbraio 2013
La coalizione di centrosinistra si conferma prima nelle intenzioni di voto, ma il blocco di Silvio Berlusconi accorcia le distanze a due settimane dalle elezioni, spinto dalla promessa del Cavaliere di restituire l'Imu sulla prima casa, mentre la vera incognita per la formazione del prossimo governo rimane la conquista della maggioranza al Senato. È quanto emerge stamani da diversi sondaggi, nell'ultimo giorno in cui è possibile divulgare le rilevazioni elettorali.Comune denominatore è il trend che vede ridursi il divario tra i due principali blocchi. Secondo Ispo/3G Deal & Research per il Corriere della Sera la distanza è oggi di oltre sette punti - centrosinistra al 37,2% e centrodestra al 29,7% - contro i 9,4 punti di fine gennaio. Per Ipsos-Sole 24 Ore, il margine è più stretto, 6,6 punti - coalizione di Pierluigi Bersani al 34,9% e coalizione Berlusconi al 28,3% -, ma si è dimezzato in tre settimane.Tradizionalmente più benevolo per il Cavaliere, il sondaggio di Alessandra Ghisleri per Euromedia Research evidenzia che la distanza tra i due blocchi è ora inferiore al 2% con il centrosinistra al 34,4% e il centrodestra al 32,7%. In controtendenza il sondaggio Swg per Rai Tre, che misura in sei punti il divario, ma vede il centrosinistra in risalita di un punto percentuale nell'ultima settimana al 33,8% e il centrodestra fermo al 27,8%. Per Demopolis principale argine alla rimonta del centrodestra è il Movimento 5 Stelle che otterrebbe oggi il 18,1%, con un consenso in crescita di circa tre punti nelle ultime due settimane. Il centrosinistra si attesterebbe al 33,6%, il centrodestra al 28,5%. In lievissima flessione, la coalizione di Mario Monti, attestata oggi al 13,6%, e Rivoluzione Civile di Ingroia al 4,1%. All'1,4% la lista di Oscar Giannino.CONFLITTO D'INTERESSILa prima legge che dovrà essere approvata dal prossimo Parlamento è una rigorosa normativa che regoli il conflitto di interessi e la libertà di informazione. Da Bersani a Fini, da Ingroia a Roberto Rao, da Pietro Grasso a Bruno Tabacci si rafforza la convinzione che il caso Berlusconi non dovrà ripetersi e che il Parlamento della XVII legislatura ha il dovere di mettere degli argini all'incrocio tra controllo dei media e attività imprenditoriale e politica: Articolo 21, l'associazione che da anni sostiene questa battaglia, ha proposto ai candidati alla Camera e al Senato, di sottoscrivere una 'dichiarazione di impegno comunè per risolvere il "caso Italia". Il nodo più rilevante, si legge nel testo in sei punti diffuso oggi nel corso di un'assemblea che si è svolta alla sede della Federazione nazionale della stampa, è la soluzione del"conflitto di interessi mediante una norma che vieti le candidature ai titolari di concessioni televisive su base locale, regionale e nazionale"."Il conflitto di interessi sarà una elle prime leggi che porterò all'approvazione ed è mia intenzione far entrare l'Italia in Europa anche in materia d normative antitrust e di autonomia del servizio pubblico", ha dichiarato Pier Luigi Bersani nel messaggio di adesione all'incontro organizzato da Articolo21. Vinciamo e non ci sarà solo un cambio di governo: costruiremo ed obbligheremo a costruire un cambio di sistema della politica italiana», promette il segretario del Partito democratico.SANREMO E POLITICATre leader contro Sanremo: è la singolare sfida che si prepara in tv. A quanto si apprende, in base al sorteggio effettuato dalla commissione di Vigilanza Rai, a Berlusconi, Bersani e Monti sono toccate le conferenze stampa dei capi lista in prima serata su Rai2 tra martedì 12 e giovedì 14 febbraio, mentre su Rai1 sarà in onda il festival. "Sanremo andava assolutamente spostato - è una delle dichiarazioni odierne di Berlusconi - È incomprensibile la decisione della Rai, tanto più che ci stiamo giocando il nostro futuro con le prossime elezioni". "Il Festival di Sanremo - per il leader Pdl- si aggiunge alla par condicio e complica la possibilità di comunicare. La par condicio è la legge più assurda che si poteva immaginare e che vige solo nel nostro sistema. Anche il più piccolo partito ha lo stesso spazio in tv del grande". Ma il nuovo l'annuncio di oggi, da parte dell'ex premier, è quello sull'amnistia. «Ho sentito che Napolitano avrebbe firmato per l'amnistia ha detto nel corso di un'intervista tv a Sky - il Papa ha detto la stessa cosa, io personalmentesono convinto che sarebbe una cosa buona, ma per farla in parlamento servono i due terzi e non so se si potranno raggiungere". In ogni caso, "se gli italiani mi daranno la maggioranza assoluta in parlamento proporrò l'amnistia".