12 giugno. Esperimenti, ritorni, alleanze rotte e improbabili. Le curiosità di un voto
Preparazione delle schede elettorali per le amministrative del 2013
Il 12 giugno i cittadini di 974 comuni, 9 milioni di italiani, (in Valle d’Aosta 4 località hanno già votato) saranno chiamati a eleggere il nuovo sindaco. Si voterà solo la domenica dalle 7 alle 23. Eventuali ballottaggi si terranno il 26 giugno (Per altre informazioni clicca qui).
Le sfide amministrative sono anche segnate da numeri, storie personali, sperimentazioni e sconti politici locali. Vediamo alcuni “casi”.
Poche donne
Nei 26 comuni capoluogo le donne in corsa per la poltrona municipale risultano 15 su 60 candidati. E solo in una città, Piacenza, a sfidarsi saranno due donne: Patrizia Barbieri, sindaca uscente di centrodestra, contro Katia Tarasconi, centrosinistra. In un piccolo comune in provincia di Roma, Casape, una lista è stata esclusa dalla competizione perché senza nemmeno una donna candidata.
Al 2019, secondo l’Associazione dei comuni italiani (Anci) le sindache erano 1.065 su un totale di 7.904 primi cittadini (13%)
Palermo. Finisce l’era Orlando, prove Pd-M5s
La “capitale” della Trinacria ha una sua vivacità politica che l’ha portata più volte a sperimentare formule e vie. Con il 12 giugno finisce l’era di Leoluca Orlando, protagonista negli anni ’80 di una grande ventata di rinnovamento, che conclude il suo quinto mandato di primo cittadino. Il primo risale al 1985, in quella occasione arrivò a guidare una giunta esacolore: Dc, Sinistra indipendente, Verdi, Socialdemocratici, Città per l’uomo (lista civica legata ai gesuiti Ennio Pintacuda e Bartolomeo Sorge, che determinò uno strappo, tra cattolici, con la Dc) allargata anche al Partito comunista italiano. Seguirono poi i due madati tra 1993 e 2000. E altri due dal 2012 a oggi.
Ma Palermo fa da laboratorio politico anche oggi, perché il candidato sindaco di centro sinistra, Franco Miceli, è espressione dell’alleanza tra Pd e M5s che a livello nazionale sono alla ricerca di una non facile quadra.
Padova. L’incognita di sant’Antonio preoccupa i partiti
Lunedì 13 giugno a Padova sarà festa grande per il santo patrono Antonio, morto 791 anni fa. Un’occasione ottima per passare tre giorni al mare o in montagna. I 164mila elettori dovranno scegliere se restare e votare uno dei 9 candidati nonostante il caldo o lasciare la città. I partiti sono preoccupati.
Verona. Flavio Tosi si ripresenta
A Verona il centrodestra, senza Forza Italia, punta sul primo cittadino uscente, Federico Sboarina, mentre il candidato del centrosinistra è l’ex calciatore Damiano Tommasi, che punta sui volti nuovi. Non è invece un volto nuovo il terzo incomodo: Flavio Tosi, appoggiato da Silvio Berlusconi, ma anche da Matteo Renzi, che scommette sugli elettori di centro e centrodestra delusi dall’amministrazione Sboarina. I sondaggi dicono che l’ex sindaco leghista (poi espulso dal Carroccio da Matteo Salvini) eletto due volte nel 2007 e nel 2012 sempre al primo turno con la Lega, potrebbe scavalcare Sboarina e andare al ballottaggio.
Monza. Il Movimento 5 stelle resta al palo
Niente corsa per il municipio. I 5 stelle non ci saranno. Sui cartelloni elettorali già affissi in città compare il volto della candidata sindaca Elisabetta Bardone, ma il movimento ci ha ripensato. Vuole riflettere, dicono i suoi esponenti, su come fare politica a Monza per recuperare il rapporto coi cittadini e trovare un nuovo percorso efficace per Monza. I candidati restano quindi in otto.
Sesto San Giovanni. Prove di centrosinistra allargato
Non lontano da Monza, a Sesto San Giovanni si sta invece sperimentando il “centrosinistra allargato” da Sinistra italiano al M5s. Qui il candidato di questa area è Michele Foggetta, militante della sinistra radicale fin da ragazzo, che alle primarie ha battuto l’esponente del Pd. A sorpresa, dicono tutti. La sua lista si chiama Coalizione progressista e aggrega anche Verdi e civici. Per la cronaca Foggetta è il fondatore di Shanti Sahara, associazione di volontariato che si occupa di aiutare i disabili nei campi dei profughi saharawi, in fuga dal Sahara ex spagnolo occupato militarmente dal Marocco.
Il centrodestra presenta il sindaco uscente Roberto Di Stefano, convinto di fare il bis nella ex Stalingrado d’Italia. E la campagna elettorale ha ritirato fuori dalla naftalina un vecchio argomento che da queste parti fa sempre il suo effetto: no alla costruzione di una moschea da parte del centro islamico locale. Uno scontro iniziato nel 2012. “Qui non ci sarà alcuna Mecca lombarda”, riafferma Di Stefano.
Tavoleto. Arriva il Partito gay, ma sono tutti forestieri
A Tavoleto, 861 abitanti, in provincia di Pesaro Urbino, è arrivato il Partito gay – Solidale ambientalista liberale. Il sindaco uscente, Stefano Pompei, se la deve quindi vedere con Paolo Marozzi e la sua lista. La cosa curiosa è che né Marozzi né i candidati della lista che lo sostiene è del paese, sono tutti di altre province e l’aspirante primo cittadino è di Teramo. Questo non piace a molti del posto. Loro garantiscono che in caso di vittoria sono pronti a trasferirsi a Tavoleto e comunque hanno le competenze necessarie per rilanciare il borgo. Comunque l’iniziativa del Pg, lo si ammette con chiarezza, ha come vero obiettivo quello di preparare un lancio a livello più ampio nelle elezioni future.
Al momento il Partito gay, fondato due anni fa, conta un assessore nel comune più piccolo d’Italia, Morterone (Lecco), 32 abitanti, guidato da una giunta di centrodestra. In queste elezioni presenta candidati sindaci anche in altri piccoli comuni come Ventotene (Latina), 698 abitanti; San Bartolomeo Val Carvagna (Como), 954 abitanti; Casaprota (Rieti), 693 abitanti; Casape (Roma), 672 abitanti.
Somma Vesuviana. 5 stelle contro Pd, sostenuti da Mastella
Un caso che ha fatto parlare anche a livello nazionale è quello di Somma Vesuviana, hinterland napoletano, dove non solo Pd e 5 stelle si scontrano, ma questi ultimi incassano l’appoggio di Clemente Mastella, ora sindaco di Benevento, rappresentante di quella politica che per Beppe Grillo era come il fumo negli occhi. In un comunicato si legge “La segretaria cittadina di Noi di Centro di Somma Vesuviana, Lucia Di Pilato, dopo un confronto con il segretario nazionale, Clemente Mastella, ed il segretario regionale, Luigi Bosco, ha così dichiarato: annunciamo il sostegno di Noi di Centro al sindaco uscente Salvatore Di Sarno…”. Noi di Centro è un partito fondato a Roma il 4 dicembre 2021 guidato da Clemente Mastella. L’ironia di Osho su “Il Tempo”: Conte riflette, “Allora Somma Vesuviana… 5 stelle + Mastella = Pentamastellati”. Il Pd invece sostiene il medico Giuseppe Bianco.
Campania. Pd (lasciato dai 5 stelle) e Forza Italia piangono
In Campania, la regione di due esponenti storici e di spicco del movimento, Fico e Di Maio, salta l’alleanza nazionale tra il Pd e M5s. Solo in due Comuni ,su 89 al voto, Pd e M5s si presenteranno a sostegno dello stesso candidato. E poi c’è il caso della separazione fra democratici e pentastellati a Pozzuoli. Qui i 5 stelle avevano annunciato il sostegno al candidato del centrosinistra, prima che l’ex sindaco Pd Vincenzo Figliolia e il dirigente nazionale del partito, Nicola Oddati, fossero coinvolti in un’inchiesta della Procura di Napoli. Il Pd ha rinunciato a presentare una propria lista in città, dalla sua scissione sono nate due coalizioni con differenti candidati a sindaco. In tutto sono in lizza ci sono ben 23 liste.
Ma se i dem napoletani piangono, Forza Italia non ride. Anzi, nella regione che è stata perfino nei suoi anni peggiori un sicuro fortino elettorale, il partito fondato da Silvio Berlusconi non presenterà proprie liste in nessuno dei sette Comuni del Napoletano con più di 15mila abitanti chiamati al voto e nella larga parte degli altri che andranno alle urne.